“La stele dell’Isola dei Pescatori”, in libreria il secondo romanzo di Fabrizio Bini
Un avvocato, un investigatore e due vecchi casi da risolvere sono le coordinate del nuovo giallo edito da Macchione, incorniciato dal bellissimo e suggestivo panorama del Lago Maggiore

(foto di Ulisse Piana) – Dopo la pubblicazione del suo primo giallo intitolato “Matematica di un delitto tra Sicilia e Lago Maggiore”, Fabrizio Bini torna in libreria con “La stele dell’Isola dei Pescatori”, edito da Macchione.
Bini, avvocato e consigliere comunale a Cuasso al Monte, scrive per diletto dai tempi del liceo. In particolare, avendo da sempre apprezzato la lettura di gialli, ha deciso di intraprendere questo percorso di scrittura in maniera estremamente naturale.
L’intreccio del nuovo romanzo, che si sviluppa su due binari paralleli, inizia ai due poli opposti dello stivale: l’avvocato Andrea Stili in un bar di Verbania, e l’investigatore Geremia Noè, detto il “Ciccio”, in un bar siciliano. Dopo il successo ottenuto con il caso Molveno, i due si troveranno occupati in due nuovi casi. Il primo inseguirà un indizio, all’apparenza insignificante, per scoprire chi ha ucciso Antonio Argentario, un manager di successo, estremamente autoritario con i figli. Il secondo cercherà nella memoria del suo vissuto nuovi elementi per ricostruire il passato della sua Alice, la moglie uccisa pochi anni prima. Entrambi ne usciranno sconfitti, fin quando il destino non li porterà di fronte ad una stele sull’Isola dei Pescatori, che scioglierà il bandolo della matassa.
Di agevole lettura e ricca di particolari, la storia è frutto della fantasia dell’autore e di una lunga riflessione, durante la quale l’intreccio prende forma e muta in maniera continua. «Quando crei un personaggio, è inevitabile inserire delle caratteristiche e dei tratti propri o di conoscenti che ti hanno particolarmente colpito – dice Fabrizio Bini – Nonostante la medesima professione, in Andrea Stili mi ci rivedo solo parzialmente: nelle sue ansie, nella necessità di passare del tempo da solo per ritrovarsi, in alcuni suoi vezzi. In generale però, tendo a romanzare le persone che conosco, piuttosto che trasferire dei tratti personali ai miei personaggi».
Il romanzo, ambientato tra la sponda lombarda e quella piemontese del Lago Maggiore, offre numerosi scorci paesaggistici, puntualmente descritti dall’occhio attento dell’autore: «Come per Andrea Stili e il Ciccio, questi luoghi mi hanno da sempre affascinato. Il Lago Maggiore mi trasmette un senso di tranquillità e armonia che non riesco a trovare in altri luoghi».
Oltre all’intrigante trama, il libro diventa così una sorta di biglietto da visita, un invito a visitare il nostro meraviglioso territorio.
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