Le imprese felici esistono: i casi Elmec Solar, Chiesi e Reti spa
Sono in aumento le aziende certificate B Corp dove B sta per benefit, non come l’auto aziendale o i buoni pasto, ma benefit per tutti i portatori di interessi. I loro valori sono: responsabilità, trasparenza, interdipendenza, innovazione, inclusione e rigeneratività
Ogni tanto fa piacere sognare a occhi aperti. Ci piacerebbe essere parte di un’impresa in cui: alle lavoratrici madri ed ai lavoratori padri che fruiscono del congedo parentale è garantito il 60% della retribuzione (e non il 30% come da legislazione vigente)?
• Al padre sono concesse 5 giornate in più di permesso per la nascita del figlio e 3 giornate di permesso retribuito per la malattia dei figli fino a 3 anni?
• Il part time è favorito per i genitori con figli di età inferiore ai 6 anni?
• Tutti i lavoratori possono cedere le proprie ferie ai colleghi in difficoltà, che devono assistere familiari con particolari condizioni di salute e necessitino di cure costanti attraverso l’istituto della banca ore solidali?
• In caso di malattie oncologiche e/o malattie cronico degenerative è riconosciuta al lavoratore o lavoratrice una retribuzione pari al 100%?
• È previsto un monte ore illimitato per le visite specialistiche?
• C’è un rimborso di 100 euro per le rette asilo nido e scuole materne?
• È offerto un percorso di prevenzione e contrasto alle violenze di genere: con il coinvolgimento delle associazioni territoriali che affrontano quotidianamente questo tema?
• C’è un permesso aggiuntivo di 8 ore per attività prestate con associazioni del territorio a favore di progettualità mirate a contrastare la povertà, sostenere le categorie
vulnerabili, promuovere la multiculturalità e proteggere l’ambiente?
• L’impresa si impegna a chiedere alle ditte in appalto l’applicazione del contratto nazionale di riferimento?
• Per i lavoratori in produzione è prevista una specifica indennità di vestizione (15 minuti) e il diritto di uscita dal turno notturno al raggiungimento del 60esimo anno di età?
• Non ci sono timbrature?
(Nella foto un momento del Pmi Day : studenti delle scuole medie in visita alla Elmec solar)
DA PARMA AL VARESOTTO
Se la risposta è positiva, possiamo andare in via San Leonardo 96, a Parma, sede di Chiesi Farmaceutici, una delle più grandi e innovative società italiane del settore, che ha inserito questi impegni nel nuovo contratto integrativo 2021.
In realtà da pochi giorni, se siamo del Varesotto, possiamo anche rimanere in zona. Ci sono un altro paio di indirizzi dove risiedono aziende molto speciali: a Busto Arsizio in via Dante 6, ha sede il campus Reti, oppure in via Pret 1 a Brunello, dove ha sede Elmec Solar.
Chiesi, Reti ed Elmec Solar sono certificate B Corp. Essere impresa “B corp” non significa giocare in un campionato di secondo livello, tutt’altro. B sta per benefit, non come l’auto aziendale o i buoni pasto. Benefit per tutti i portatori di interessi: azionisti, lavoratori, clienti, fornitori, comunità, istituzioni, ambiente. Le società certificate B Corp stanno crescendo in tutto il mondo (3500), in Italia (150) e anche nel Varesotto, dopo Elmec Solar certificata a fine 2020, a febbraio 2021 anche Reti è entrata nel parterre delle aziende virtuose. Reti, tra i principali player italiani nel settore della consulenza informatica, è specializzata nei servizi di system integration. Come società benefit quotata su Aim Italia, ha ricevuto un punteggio di 82.4 nella valutazione B Corp, che i più curiosi possono leggere qui
IL BUSINESS COME FORZA DI CAMBIAMENTO
Il movimento B Corp è basato sull’idea di usare il business come forza positiva di cambiamento, verso una prosperità durevole e condivisa a livello planetario. I valori B Corp, responsabilità, trasparenza, interdipendenza, innovazione, inclusione, rigeneratività, sono stati tradotti in uno strumento di misurazione delle scelte aziendali il B Impact Assessment.
Con questa scala vengono certificate le imprese che vogliono impegnarsi a intraprendere un percorso di miglioramento continuo in tutte le dimensioni rilevanti. Un primo risultato storico e simbolico raggiunto dal movimento è stata la definizione di Benefit corporation. Nel 2016, come primo stato sovrano al mondo, l’Italia ha introdotto le società Benefit. Questa nuova forma di impresa for profit costituisce una solida base per proteggere la missione e creare valore condiviso nel lungo termine.
PERCHÉ QUESTE AZIENDE INTEGRANO ASPETTI SOCIALI NELLA LORO STRATEGIA?
Laureato e con master in economia, ho imparato che le aziende sono a scopo di lucro per finalità sancita anche dal codice civile, non sono onlus a fin di bene. Infatti Adam Smith diceva: «Non è dalla generosità del macellaio, del birraio o del fornaio che noi possiamo sperare di ottenere il nostro pranzo, ma è dalla valutazione dei loro interessi». Quali interessi perseguire è però una scelta delicata. Ben prima che si parlasse di corporate social responsibility, stakeholder capitalism e più recentemente di ESG (che sta per Environmental social and governance), i più illuminati professori di economia italiani avevano ben chiara la necessità di allargare l’orizzonte oltre l’obiettivo di profitto, spesso a breve termine, per creare valore d’impresa in modo stabile e positivo.
Al riguardo, cito il professor Vittorio Coda, perché mi è caro il ricordo delle sue lezioni in Bocconi, che nel 1967 scriveva: «Nella mediazione fra opposte esigenze, i capi d’azienda, se sono onesti e coscienti delle gravi responsabilità di cui sono investiti, sono i naturali portatori soprattutto della preoccupazione di mantenere e di migliorare le condizioni prospettiche dell’equilibrio aziendale, attraverso la conservazione della competitività nei mercati, il consolidamento della situazione patrimoniale, un conveniente sviluppo dell’attività produttiva. (…) Vien fatto di pensare che mai come oggi, in cui un sempre più diffuso clima d’opinione esige gestioni d’azienda ispirate ad una giusta ponderazione dei vari interessi, siano numerosi i capi animati da una profonda sensibilità sociale. In secondo luogo, sempre più manifesto a tutti si fa il principio secondo cui nessuna impresa può durevolmente prosperare se, nella sua amministrazione, non si sanno contemperare equamente i molteplici interessi coinvolti» (V. Coda, Proprietà, Lavoro e potere di governo dell’impresa, Giuffré Editore).
La ricerca di certificazioni è parte di una strategia di costruzione di reputazione e quindi di fiducia nei confronti dell’impresa. Tutto il processo economico si basa sulla fiducia. Se c’è fiducia l’economia prospera e si diffonde benessere, se scarseggia o, al contrario si diffonde la paura, l’economia regredisce e si genera povertà.
Tra reputazione e fiducia c’è un collegamento molto stretto: per l’azienda che si è guadagnata una reputazione dubbia o negativa, la fiducia da parte degli stakeholder tende a calare, e questo si traduce in peggioramenti di performance dell’azienda stessa: meno vendite, allontanamento degli investitori, perdita di talenti e minore ingaggio dei lavoratori.
È L’INSIEME DELLE GOCCE CHE FA L’OCEANO
Il fatto evidente è che oggi per l’azienda che ha condotte scorrette, il rischio che si diffondano informazioni che ne rovinino la reputazione è più alto che in passato, anche perché l’asimmetria informativa che poteva in parte proteggere i comportamenti aziendali è venuta meno, anche grazie al giornalismo di qualità. Quindi le aziende per evitare i danni che derivano da una cattiva reputazione e per procurarsi i benefici che derivano da una buona reputazione, si impegnano su percorsi virtuosi che creano una percezione di valore ricevuto maggiore presso i diversi stakeholders. Certo che una rondine non fa primavera e servono azioni coerenti a tutti i livelli di responsabilità perché queste buone pratiche diventino sistemiche.
Come diceva Gandhi: «La conclusione logica del sacrificio di sé è che l’individuo si sacrifica per la comunità, la comunità si sacrifica per il distretto, il distretto per la provincia, la provincia per la nazione e la nazione per il mondo. Una goccia strappata dall’oceano perisce inutilmente. Se rimane parte dell’oceano, ne condivide la gloria di sorreggere una flotta di poderose navi».
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