L’emergenza sanitaria rallenta ma non ferma l’attività senologica di Varese

Sono 750 i nuovi casi ogni anno nella sola provincia di Varese con un'età media che tende a diminuire: a Varese il 7% delle donne operate ha meno di 40 anni, il 16% meno di 45

francesca rovera

Quattrocento interventi di asportazione del tumore al seno: lo scorso anno, la Breast Unit diretta dalla professoressa Francesca Rovera è riuscita a superare le difficoltà dell’emergenza sanitaria. Rispetto all’anno precedente la “prof” ha eseguito un centinaio di casi in meno anche se, nel 2019, aveva registrato un incremento dell’attività del 20%. Il risultato è pur sempre eccellente vista la chiusura delle sale chirurgiche della primavera e dell’autunno scorsi che l’ha costretta ad emigrare nei blocchi operatori dei presidi satellite della Sette Laghi come Del Ponte, Tradate e Cittiglio.

La Breast Unit varesina si conferma dunque ai primi posti in Lombardia per casi trattati. Il tumore al seno è una patologia in crescita: sono 750 i nuovi casi ogni anno nella sola provincia di Varese, 53mila in italia, con un’età media che tende a diminuire: a Varese il 7% delle donne operate ha meno di 40 anni, il 16% meno di 45.

«Durante il 2020  – tiene a precisare con soddisfazione la Professoressa Francesca Rovera, Responsabile della Breast Unit di ASST Sette Laghi e docente all’Università dell’Insubria – sono state mantenute attive tutte le prestazioni ambulatoriali (prime visite, visite di controllo, follow up, medicazioni postoperatorie), attivando un sistema del teleconsulto durante il primo lockdown così da mantenere un monitoraggio costante e diretto sulle pazienti in carico al reparto senza obbligarle a recarsi fisicamente in ospedale. Fondamentale in questo sforzo corale per garantire il migliore servizio alle pazienti è stato il contributo del personale infermieristico del reparto».

L’equipe di 6 chirurghi che compongono la Breast Unit si è spostata quotidianamente nei diversi presidi dell’ASST per garantire il contatto costante con le pazienti particolarmente importante in questo tipo di patologie come anche le attività di sostegno psicologico specialistico (psiconcologia) soprattutto nella fase post-operatoria. Per quanto riguarda le sedute operatorie, il 50% sono state eseguite all’Ospedale di Circolo e il restante 50% ripartito tra l’Ospedale Del Ponte, quello di Tradate e quello di Cittiglio in una logica organizzativa dipartimentale. Grazie alla stretta collaborazione con le genetiste dell’Anatomia Patologica, anche nell’anno appena trascorso è stata assicurata la consulenza genetico-oncologica e il test genetico per verificare la predisposizione ereditaria, un fattore che in alcuni casi può modificare il tipo di intervento da eseguire. La fase pre-operatoria comprende anche una stretta collaborazione con l’équipe di chirurgia plastica per valutare l’opportunità di eseguire un intervento ricostruttivo contestualmente alla rimozione del tumore.

«Tutti i venerdì mattina – prosegue la prof. Rovera – è stato mantenuto il tumor board, un tavolo multidisciplinare in cui gli specialisti della Breast Unit discutono i casi clinici da operare la settimana successiva e analizzano lo stato delle pazienti già operate per pianificare in modo preciso le eventuali terapie adiuvanti. Si tratta di un metodo di lavoro molto efficace che ci ha consentito di conseguire performance importanti sia sull’aspettativa di vita sia sulle recidive. Nel corso del 2020 – conclude Rovera – è partito lo studio multicentrico coordinato da Regione Lombardia sul tema “Analisi percorso di cura delle pazienti con tumore maligno della mammella mediante l’approccio della Value Based Medicine (Medicina Basata sul Valore)”. Siamo orgogliosi di essere uno dei pochissimi centri specializzati in Lombardia a partecipare a questo vasto programma di supporto alle pazienti che consentirà di migliorare ulteriormente l’efficacia dei nostri percorsi di cura». 

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Pubblicato il 05 Febbraio 2021
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