Meno dolorosa e più “appropriata”: i vantaggi della chirurgia robotica nella cura dei tumori
Complessivamente sono 105 gli interventi chirurgici eseguiti l’anno scorso ricorrendo al robot. Il direttore della Lariana Banfi spiega "In qualità di polo accademico ospedaliero abbiamo anche avviato con l'Università dell'Insubria progettualità condivise"
L’emergenza Coronavirus non ferma il robot Da Vinci in dotazione all’ospedale Sant’Anna.
Complessivamente sono 105 gli interventi chirurgici eseguiti l’anno scorso ricorrendo al robot e hanno interessato i reparti di chirurgia generale (62, di cui 52 per neoplasie coliche, rettali e gastriche), di chirurgia maxillo- facciale ed otorino (3), di urologia (37) e di ginecologia (3).
Il 2020, nonostante l’emergenza Coronavirus, registra quindi un trend positivo, frutto del piano di rilancio della chirurgia robotica predisposto dalla direzione generale in collaborazione con la direzione sanitaria e il gruppo di operatori dedicato.
«Per rendere più efficaci e performanti le attività del robot era necessario perfezionare un piano di rilancio – osserva il direttore generale di Asst Lariana, Fabio Banfi – Abbiamo definito questa fase di riorganizzazione con l’individuazione del dottor Pasquale Misitano, chirurgo con una solida esperienza in campo robotico, come referente di questa attività. In qualità di polo universitario ospedaliero abbiamo anche avviato con l’Università dell’Insubria progettualità condivise per valorizzare ulteriormente l’utilizzo del robot e previsto con Ats Insubria la collaborazione con équipes professionali provenienti da altre strutture del territorio. Questa fase ha maggiormente subito l’emergenza Coronavirus ma confido che nei prossimi mesi potremo riprendere il discorso».
Pasquale Misitano, classe 1980, laurea a Pavia in Medicina e Chirurgia e specializzazione in Chirurgia Generale alla Statale di Milano, è stato un anno a Parigi all’Istituto Gustave Roussy, uno dei maggiori centri oncologici mondiali. Conclusa la scuola di specializzazione e con diversi anni trascorsi all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, è arrivato nel 2012 all’ospedale di Cantù dove, a fianco del primario, il dottor Marco Azzola Guicciardi, ha iniziato ad eseguire interventi in laparoscopia. Nel 2014 si è quindi trasferito come aiuto chirurgo del professor Paolo Pietro Bianchi all’Ospedale Misericordia di Grosseto, che è anche sede della International School of Robotic Surgery, polo di formazione internazionale per la chirurgia robotica e qui è rimasto per quattro anni. Nel 2018 è tornato all’ospedale di Cantù e nel 2019 è approdato al Sant’Anna.
«Nei primi mesi ci siamo concentrati su interventi di chirurgia generale, urologia e ginecologia, lavorando sempre attraverso un’organizzazione multidisciplinare – spiega Misitano – Abbiamo valorizzato le competenze del personale infermieristico di sala operatoria e degli altri chirurghi coinvolti nell’utilizzo del robot Da Vinci e abbiamo deciso di dedicare delle sale alla chirurgia robotica, programmando mensilmente, insieme agli anestesisti, i vari interventi. Adesso, dopo un buon periodo di rodaggio, abbiamo iniziato ad estendere l’attività ad altre specialità come quelle dell’area testa-collo».
Tra le operazioni eseguite con il robot Da Vinci figurano, in particolare, patologie tumorali del retto, del colon, dello stomaco, della prostata e del rene; sono stati eseguiti anche interventi per tumori all’utero per pazienti obese e tumori dell’area testa-collo. «Tutti i casi dei pazienti con tumore vengono discussi a livello del Goip (gruppo operativo
interdipartimentale permanente) e in quella sede si valuta se è possibile un approccio mini-invasivo e quindi di chirurgia robotica – prosegue Misitano – In alcuni casi, ad esempio pazienti cardiopatici, la chirurgia robotica ci ha consentito di poter operare i pazienti grazie al mantenimento di pressioni addominali inferiori rispetto a quelle utilizzate in laparoscopia, non essendo quindi obbligati ad eseguire interventi per via open (aperta) e senza perdere i vantaggi ormai noti della chirurgia mini-invasiva. Stiamo concentrando un’attenzione particolare sui tumori del retto (soprattutto nei pazienti obesi) dove l’intervento mini-invasivo risulta difficile per gli evidenti problemi anatomici di dover lavorare in spazi stretti e non distensibili. L’utilizzo del robot Da Vinci – cui non possiamo ricorrere per tutti i casi – ci permette di eseguire interventi appropriati sotto il profilo oncologico come richiesto dalle società scientifiche e dalle linee guida nazionali ed internazionali e fa sì che i pazienti del territorio lariano possano trovare all’ospedale Sant’Anna uno standard di cura moderno e di alta qualità. Lo stesso discorso può essere fatto per i pazienti con tumori alla prostata ove l’intervento in robotica permette di ridurre le perdite ematiche e di eseguire una tecnica così detta “nerve sparing”, che permette il mantenimento delle terminazioni nervose alla scopo di ridurre le problematiche sfinteriali» (incontinenza urinaria).
«La robotica è un’evoluzione tecnologica della chirurgia mini-invasiva che ti agevola su procedure difficili – conclude il chirurgo – Non dimentichiamo che noi possiamo ruotare la mano al massimo di 180 gradi, mentre il robot garantisce un movimento di 360 gradi ed oltre».
I medici attualmente impegnati sul fronte della chirurgia robotica sono Pasquale Misitano, Fabrizio Cantore per la Chirurgia generale, Emidio Cretarola e Paolo Furgoni per l’Urologia, Roberto Falconati per la Ginecologia, Luigi Colombo, Carlo Gervasoni e Stefano Valsecchi per la Chirurgia maxillo- facciale, Maurizio Bignami e Augusto Cattaneo per l’Otorino-Laringoiatria.
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