Micro focolaio nella scuola di Viggiù: Ats programma il tampone a 200 alunni ma si presentano in 96
I casi registrati alla primaria hanno fatto scattare il campanello d'allarme. La risposta della popolazione è stata inferiore alle attese. Screening sui frontalieri a Cremenaga e ora si passa ad altri comuni
Micro focolaio nella scuola primaria di Viggiù e Ats Insubria avvia una campagna a tappeto di indagine per tutti gli alunni e il personale scolastico. Oltre duecento ( 224) persone convocate in via Rossi a Varese per sottoporsi a tampone molecolare: « Le modalità di diffusione e la velocità ci hanno indotto ad alzare il livello di guardia – spiega il dottor Marco Margini responsabile dell’unità di emergenza di Ats Insubria – Insieme al collega dottor Bulgheroni, direttore del Dipartimento di Igiene e salute pubblica, li abbiamo convocati tutti. Peccato che se ne siano presentati 96. Un segnale che ci ha un po’ deluso: abbiamo attivato una rete di vigilanza veloce ed efficiente, ma abbiamo bisogno della collaborazione dei cittadini».
La preoccupazione è che il virus, che si è diffuso velocemente tra i banchi, appartenga alla variante inglese. I campioni postivi già riscontrati sono nel laboratorio di microbiologia del professor Fabrizio Maggi all’ospedale di Varese che li sta sequenziando. Gli eventuali ulteriori campioni positivi, con indice di replicazione virale elevato, verranno inviati dal laboratorio del Circolo alla ricerca della variante inglese
In attesa di risposte certe, l’autorità sanitaria si era mossa anticipando i risultati coinvolgendo tutta la piccola collettività che, però, non ha risposto in massa.
Il tema dei territori di confine è ben presente ad Ats Insubria: « Abbiamo già completato un lavoro di indagine attraverso i test sierologici, tamponi rapidi e molecolari, ai pendolari residenti a Cremenaga – spiega il dottor Magrini – Abbiamo coinvolto circa 190 persone ottenendo informazioni preziose. Ora vorremmo allargare il campo di azione coinvolgendo i sindaci e le popolazioni di altri paesi come Agra, Curiglia, Tronzano e Dumenza. Sappiamo che ci sono delle resistenze perché i frontalieri temono ripercussioni sul lavoro. È però importante fotografare ciò che sta avvenendo: abbiamo la fortuna di avere sul territorio le professionalità e le tecnologie, come il laboratorio della Sette Laghi, sarebbe auspicabile un’adesione massiccia dei cittadini per contenere il più possibile la circolazione virale».
Nessuna novità, invece, sul fronte della campagna vaccinale. Il consulente Bertolaso procede con il programma ma, al momento, non c’è notizia sul metodo di prenotazione nemmeno per le categorie prossime a essere convocate.
Il problema maggiore riguarda la certezza dei vaccini: a seconda delle dosi presenti (Pfizer, Moderna o Astrazeneca) si dovrà costruire un modello. Le categorie più fragili dovrebbero essere convocate dagli ospedali che sono strutturati a gestire eventuali complicanze. Si sente parlare del coinvolgimento dei medici di medicina generale o dei farmacisti ma occorrerà attivare percorsi sicuri che garantiscano sia i cittadini sia il personale vaccinante.
E su questi punti, per ora, ci sono solo annunci.
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