Nel Varesotto sono 134 le farmacie che partecipano alla Raccolta del Farmaco
Iniziata lo scorso martedì 9 febbraio, la “lunga giornata” della Raccolta del Farmaco avrà oggi, sabato 13, il suo momento principale: "Mai come quest'è anno è importante donare un farmaco a chi ne he bisogno"
Iniziata lo scorso martedì 9 febbraio, la “lunga giornata” della Raccolta del Farmaco avrà oggi, sabato 13, il suo momento principale per poi concludersi lunedì 15. Riconoscibili dalla locandina esposta, Nel Varesotto sono 134 le farmacie che partecipano all’iniziativa dove è possibile acquistare uno o più farmaci da banco da destinare a strutture caritative che assistono persone in difficoltà.
«Mai come quest’anno – spiega Dina Ermolli, delegata al Banco Farmaceutico della provincia -, è importante andare in farmacia anche se non si ha bisogno per sé, ma andarvi appositamente per donare uno o più farmaci da banco, quelli che non richiedono la ricetta medica, scegliendo tra quelli che ogni farmacia metterà a disposizione. Ogni farmacia raccoglierà farmaci per un ente o una associazione del territorio a cui viene abbinata e l’elenco dei farmaci è diverso a seconda del tipo di assistenza che effettuano».
Dalle Caritas, ai Centri Aiuto alla Vita, a centri e case di accoglienza, e di aiuto ai disabili: quest’anno gli enti della provincia convenzionati con Banco Farmaceutico sono 69.
A diversamente dalle scorse edizioni, a causa del coronavirus, all’interno delle farmacie non sarà possibile la presenza di volontari che illustrano l’iniziativa a chi entra; al massimo, dove è possibile, ci potrà essere qualcuno all’esterno riconoscibile da una pettorina di Banco Farmaceutico.
«Quest’anno anche a causa della crisi economica innescata dalla pandemia tante persone sono in grave difficoltà e chi già era povero si è trovato ancora più vulnerabile – spiegano i delegati provinciali del Banco Farmaceutico -. E non sono solo i senzatetto, ma anche persone sole e famiglie che si sono impoverite ed hanno bisogno di medicine, ma non possono permettersele e a volte sono costrette a scegliere se mangiare o curarsi. Per questo mai come oggi c’è tanto bisogno di esempi di carità e di umanità, perché l’ultima parola non sia dettata dallo sconforto, ma dalla speranza. L’invito è perciò quello di non lascar passare questa occasione e di contribuire con quello che si può».
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