“Persone e Città”, svelata a Varese la lista che non c’è
Tra le mille sigle che si affacciano alle amministrative 2021 per il comune, ce n'è una che non si è presentata, ma che tutti cercano: "Persone e città". Intervista a Enrico Angelini
Tra le mille sigle e liste civiche che si affacciano alle amministrative 2021 per il comune di Varese, ce n’è una che non si è presentata, ma che tutti cercano e conoscono.
A farci scoprire questa realtà, un commento all’articolo che raccontava le liste ai blocchi di partenza nel comune: si chiama “Persone e città“, è un’associazione in politica da 10 anni e si confronta, specie negli ultimi tempi spesso nell’ombra, ma senza aver perso l’intensità dei primi tempi, sulla politica varesina. Partendo da una esigenza concreta – mettere in pratica il dibattito politico – e, solo quando necessario, facendolo diventare candidatura.
Un metodo curioso, quasi “carbonaro”, ma che ha assicurato la longevità dell’associazione e un’attenzione da parte della politica: che sa di avere in questo “luogo di dibattito” una importante fucina di consigli e candidature.
Quale è stata la molla che vi ha fatto cominciare, dieci anni fa?
«Innanzitutto è nata con una esperienza amministrativa, la mia, a Varese – spiega Enrico Angelini, che dell’associazione è presidente, ed è stato assessore al Welfare nell’ultima giunta varesina di Fontana – L’esperienza di tutti i giorni sfidava in me infatti continuamente l’idea di bene comune per cui avevo dato disponibilità e obbligava a domande: cosi è nato, soprattutto per me che ero “sul campo”, il bisogno di confrontarsi in maniera non ideologica. Il perchè “non ideologica”era dato dal fatto che avevamo avuto la percezione netta che dopo la crisi globale del 2008 fosse cambiato tutto e non fosse piu necessario arroccarsi in ideologie, ma fosse più corretto guardare a tutto campo la realtà, per affrontarla man mano».
Come vi si può definire, esattamente?
«Siamo un circolo di dialogo e di dibattito politico che svolge attività di confronto a 360 gradi da ormai una decina d’anni. Abbiamo avuto qualche fase di impegno piu diretto nelle istituzioni, con me, Mauro Pramaggiore. L’ultima tornata elettorale non ci ha visti direttamente coinvolti, ma le idee non si fermano. Non siamo una lista politica in senso stretto, perché ci è sempre piaciuto dialogare sui contenuti a 360 gradi. Pensiamo che il pregiudizio sia nemico del dialogo, e pensiamo che anche questa volta sia importante. Sempre aperti al confronto, perché una buona idea arriva da qualunque parte»
Cosa cercate, come associazione?
«Da un lato, dare un contributo per rimettere al centro della politica i contenuti. Dall’altro lato ci piacerebbe incontrare persone in politica che fanno quello che dicono. E’ una merce rara, ma non inesistente. Il nostro punto di partenza è la tradizione cattolica cristiana, ma in senso riformista… Siamo convinti che bisogna portare un “di più” di concretezza nel dibattito politico».
Ma a queste elezioni cosa farete? guarderete o entrerete nella mischia?
«Noi ci immaginiamo di appoggiare, confrontandoci sui contenuti, chi riteniamo chi ci sembra che possa portare avanti diverse punti con maggiore decisione. Una decisione che al momento non è ancora possibile prendere, perrchè il confronto sui contenuti non è ancora iniziato. Finchè non si arriva a quel livello non vale la pena schierarsi». Alimentata dal respiro internazionale di Expo l’esperienza è poi continuata: «Anche se ad un certo punto si è anche staccata dall’attività politica pratica. Quest’ultimo anno, con tutto quello che è capitato, non ha spento il desiderio di confrontarsi: poco o tanto riteniamo che ciascuno possa dare il suo contributo». Ora l’esperienza continua: «In quest’anno in molti hanno sperimentato di rendersi conto del valore delle persone quando non ci sono piu. Non dobbiamo fare lo stesso con la libertà e le democrazia: meglio fare di tutto prima per conservarla, che pentirsi dopo averla persa».
Come vedete la situazione di Varese ora?
«Noi non siamo un circolo culturale distaccato, siamo osservatori attivi, arriveremo ad esprimerci, entreremo nel merito e se il caso daremo un contributo, ma solo se ci sarà da sostenere delle posizioni. Galimberti è partito bene ma si è un po’ perso per strada in diversi settori dell’amministrazione, perciò non può essere un giudizio totalmente positivo. Dall’altro lato l’alternativa mi sembra ancora in fase di costruzione. La candidatura di Maroni non è un dettaglio indifferente: è la differenza tra uno che ha giocato in serie A o in champions league, è un’opportunità per Varese, al di là dell’appartenenza».
Da che parte avete intenzione di stare?
«Noi guardiamo da entrambe le parti, ma devo dire la verità: la presenza di una personalità come Maroni può essere un punto di riferimento che sposta la bilancia della nostra attenzione. Non sembra però così certo, malgrado continuino a confermarlo: se Maroni sarà quindi il candidato ufficiale guardiamo al centro destra, sennò ci guardiamo intorno».
Cosa ne pensate delle liste civiche, che a destra, almeno nominalmente, sembrano potenzialmente in molte?
«Io penso che il perimetro vada definito da Maroni. Sarà lui a dire quante liste vuole. All’interno di questo perimetro, tutto può essere. In prima battuta siamo piu interessati a sostenere esperienze civiche, perchè in questa fase storica i partiti devono ricostruirsi, sono tutti in difficoltà»
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