Rifiuti, politica e ‘ndrangheta a Busto Arsizio. Il super teste conferma le accuse a Efrem e Frustillo
Nel processo che vede imputato l'ex-consigliere comunale bustocco e l'intermediario calabrese, ha parlato il grande accusatore: l'imprenditore bustocco della Smr Ecologia
La ‘ndrangheta che mette in contatto pezzi di politica deviata e amministrazione comunale, crea quei rapporti che altrimenti sarebbero impensabili e così accade che un imprenditore dalle frequentazioni a dir poco opache, rischi di arrivare a conferire rifiuti non selezionati nell’inceneritore cittadino.
Scenari allucinanti ma ipoteticamente possibili se solo oggi si fosse potuto ascoltare la testimonianza di Matteo Molinari, imprenditore di Busto Arsizio nel settore dei rifiuti, convinto non è ancora chiaro con quale vero scopo, a farsi proteggere da un cirotano della zona fino a diventarne sostanzialmente succube per poi perdere tutto.
Dalle sue dichiarazioni si è giunta alla testimonianza di oggi, davanti alla corte del Tribunale di Como (ma a porte chiuse) dove ha raccontato il suo personale “abbraccio” con esponenti della locale di Legnano, tra i più feroci e testardi gruppi criminali che si sono imposti negli ultimi 20 anni sul territorio tra Milano e Malpensa. Durante le 8 ore di esame, in un clima piuttosto intimidatorio causato dalle intemperanze di uno degli imputati, il teste ha sostanzialmente confermato tutte le accuse che stanno alla base dell’ordinanza che aveva fatto luce su tutta una serie di infiltrazioni malavitose nel settore dello smaltimento dei rifiuti tra Varesotto, Comasco e Milanese.
Imputati per traffico illecito di rifiuti Daniele Frustillo, calabrese vicino alla famiglia Farao di Cirò Marina, il genero del capo della locale Vincenzo Rispoli, Giovanni Lillo, Raffaele Rispoli e l’allora consigliere comunale di Busto Arsizio, Paolo Efrem, accusato di false fatturazioni con l’aggravante di aver favorito l’associazione ‘ndrangheta.
L’intermediazione di Frustillo
Molinari ha risposto alle domande del pubblico ministero Silvia Bonardi che ha ripercorso, un passo alla volta, le fasi della gestione dell’azienda di La Guzza, in provincia di Como, dove transitavano i rifiuti intermediati da Frustillo: «Lui mi teneva in piedi, senza di lui non avrei saputo cosa fare» – ha raccontato Molinari ma anche la continua richiesta di soldi, le pretese di Lillo assunto per compiacere il boss, i rapporti con la cooperativa di un imprenditore gelese vicino ai clan siciliani. Tra il 2014 e il 2019 la Smr Ecologia era diventata un perfetto meccanismo per drenare soldi (in un solo anno circa 100 mila euro) a favore delle attività di una organizzazione malavitosa e per far risparmiare soldi alle imprese che decidevano di conferire i rifiuti. Ogni volta che Molinari provava ad alzare la testa, Frustillo lo minacciava dicendo “porto tutti i clienti ad un’altra azienda e non ti faccio più lavorare”.
La necessità di una società a cui fatturare
L’intermediazione del calabrese, che avveniva senza titoli per poterla fare, veniva fatturata ad una società intestata a Paolo Efrem, candidato nel 2016 con una lista civica in appoggio all’attuale sindaco Emanuele Antonelli, entrato in consiglio comunale solo dopo che il suo compagno di lista Matteo Tosi si era dimesso per svolgere il ruolo di garante dei detenuti comunale.
I rapporti con i Farao di Cirò Marina
Efrem, amico di Frustillo da molti anni, si prestava anche come autista tuttofare della famiglia Farao, quando questa si muoveva da Cirò Marina a Busto per andare a trovare i parenti nelle varie carceri del nord. Centinaia di migliaia di euro che servivano a mantenere la famiglia di Frustillo, quella di Efrem e i viaggi dei familiari di Rispoli.
Gli intrecci tra politica e affari
Molinari ha raccontato anche dei rapporti con la politica come nel caso dell’incontro che, secondo l’imprenditore bustocco, Efrem avrebbe favorito con Carmine Gorrasi, altro consigliere comunale di Busto Arsizio in quota Forza Italia, delegato per Accam e arrestato nell’ambito dell’inchiesta Mensa dei poveri, ora a processo. L’obiettivo di tale incontro, per Molinari, era quello di conferire rifiuti nell’inceneritore Accam, cosa che fortunatamente non è avvenuta, vista la scarsa attenzione al rispetto della normativa in tema. Dichiarazioni che appaiono coerenti col fatto che, tra le altre cose, si è autoaccusato di un traffico d’influenze con Diego Sozzani, il deputato di Forza Italia anche lui a processo per corruzione nell’ambito della stessa inchiesta.
Le dichiarazioni di Molinari, però, vengono messe duramente in discussione dai legali degli imputati che hanno iniziato solo nel pomeriggio inoltrato il loro contro esame che proseguirà anche nella prossima udienza: «Il teste è caduto più volte in contraddizione» – hanno commentato i legali Pingitore e D’Amelio a margine dell’udienza di oggi ma ci sarà spazio per altre domande nei confronti del super teste dell’accusa.
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Che dire se non che la geniale idea del soggiorno obbligato al Nord non ha fatto altro che portate mele marce ed avariate che hanno infettato tutto il cesto sano.
Da lì in poi la penetrazione della criminalità organizzata in tessuti sani e produttivi del paese non si è più arrestata complice anche la presenza di maggiori capitali al Nord. Ora è un tumore con numerose metastasi che sembra che nessun governo sia veramente intenzionato a combattere.
Fa piacere vedere per cosa si sono spaccati la schiena i nostri nonni e genitori.