Accam, Franco Brumana sporge denuncia contro i danni all’ambiente e alla salute
Il consigliere comunale di Legnano ha ipotizzato una lunga serie di reati che potrebbero essere stati commessi negli anni dai vertici della società che gestisce l'inceneritore di Borsano
Rifiuto e omissione di atti d’ufficio, omessa bonifica, inquinamento ambientale, morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, disastro ambientale, danneggiamento e getto pericoloso di cose. Franco Brumana, consigliere comunale di Legnano, torna “all’attacco” di Accam sporgendo denuncia contro i vertici della società e ipotizza una lunga serie di reati connessi all’inceneritore di Borsano che potrebbero essere stati commessi dall’entourage che ha gravitato e gravita intorno all’impianto.
Tutto parte dalle spese di bonifica e smantellamento dell’impianto paventate dall’assessore regionale all’ambiente Raffaele Cattaneo nel corso di un incontro con i sindaci dei comuni soci di Accam, dove si è parlato di «un costo di 20 milioni e ulteriori possibili costi che emergerebbero da un’analisi di caratterizzazione ambientale». E dalle operazioni in corso per “salvare” l’inceneritore attraverso l’intervento di una NewCo che avrebbe come soci, almeno in un primo momento, le società partecipate Amga e Agesp: operazioni che avrebbero come conseguenza «il proseguimento dell’attività dell’inceneritore obsoleto per altri decenni e, secondo la prospettazione dell’assessore Cattaneo, il rinvio della bonifica del sito inquinato, che anzi verrebbe ulteriormente compromesso dalla futura attività». La cifra a sette zeri prospettata per la bonifica, infatti, ha messo sull’attenti Brumana, che da sempre combatte in prima linea per lo spegnimento dell’impianto.
«Non si conoscono i dettagli numerici della contaminazione perché non risulta essere mai stata eseguita un’indagine in proposito – scrive Brumana nella denuncia presentata alla Caserma dei Carabinieri di Legnano -. Si può solo dare fede all’autorevole assessore regionale e quindi ragionevolmente dedurre che, vista l’entità della spesa ora prevista dalla Regione e il riconoscimento dell’obbligatorietà, sia pure dilazionata, della bonifica, si tratta di un fenomeno grave ed importante. Trattandosi di contaminazione derivante dalla ricaduta dei fumi è da ritenersi scontato che l’inquinamento riguardi anche l’area esterna all’impianto, in gran parte destinata all’agricoltura. Ciò potrebbe comportare che le sostanze inquinanti entrino nella catena alimentare con le conseguenze negative facilmente immaginabili. L’inquinamento del terreno potrebbe inoltre interessare la falda acquifera sotterranea. Non risultano adottate misure di prevenzione né risultano ordinanze da parte delle autorità responsabili della salute pubblica».
Non solo: oltre al danno ambientale Brumana mette sulla bilancia anche le «conseguenze per la salute dei residenti nella zona di ricaduta dei fumi dell’inceneritore», citando i risultato di un’analisi svolta da ATS nel 2015 sugli effetti a breve termine dell’incenerimento dei rifiuti sulla salute, che ha riscontrato aumenti nell’incidenza dei ricoveri per cause cardiovascolari, e un’indagine legata all’inceneritore di Vercelli svolta da ARPA Piemonte, che ha rilevato ha riscontrato un rischio aumentato per quanto riguarda le patologie tumorali. «Da un riscontro anche molto prudente delle due indagini – aggiunge il consigliere comunale – risulta sufficientemente certo che dall’incenerimento sono derivate quantomeno lesioni personali gravi, che hanno provocato ricoveri ospedalieri. Si può inoltre ritenere altamente probabile che siano derivate morti per tumori di chi ha risieduto per lungo tempo nell’area vicina all’impianto. Sarebbe necessaria un’ indagine epidemiologica, per verificare l’incidenza sui tumori e sui decessi dei residenti».
Saranno ora le Forze dell’Ordine e la magistratura a valutare se siano ravvisabili le ipotesi di reato ventilate da Brumana ed eventualmente ad agire di conseguenza. Di certo, il leader del Movimento dei Cittadini non sembra intenzionato a deporre le armi nella crociata che da tempo vede incrociarsi la sua strada con quella dell’impianto.
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