Attività estrattive, approvato progetto legge sul prelievo di sostanze minerali di cava
Cattaneo: “Obiettivo è semplificare, puntiamo su risparmio materia prima e riutilizzo materiali riciclo”
La Giunta di Regione Lombardia, su proposta dell’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, ha approvato il progetto di legge (Pdl) per la ‘Disciplina della coltivazione sostenibile di sostanze minerali di cava e per la promozione del risparmio di materia prima e dell’utilizzo di materiali riciclati’. Ora il progetto passerà al vaglio del Consiglio.
«La riforma del sistema di pianificazione e autorizzazione delle attività estrattive – dice l’assessore Cattaneo – si pone nell’alveo dell’economia circolare. Ovvero del risparmio di materia prima e riutilizzo dei materiali riciclati, e della riduzione e mitigazione delle pressioni ambientali, anche in termini di prevenzione del contenzioso».
TRADIZIONE NORMATIVA E DI PIANIFICAZIONE – La gestione delle attività estrattive in Lombardia ha una tradizione normativa e di pianificazione che parte dalla Legge del 1975, cui sono seguite modifiche nel 1982, sino alla legge attualmente in vigore dal 1998.
NECESSITÀ AGGIORNAMENTO E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE – La proposta di Pdl nasce dalla necessità di aggiornare la normativa sulle attività estrattive di cava. Esigenza che attinge alle più recenti politiche europee in materia di sostenibilità ambientale e di economia circolare. Le quali chiedono di favorire l’utilizzo di materiali inerti provenienti da riutilizzo, riciclaggio e recupero di rifiuti, e da altre fonti alternative. Per salvaguardare le materie prime non rinnovabili.
SEMPLIFICARE PROCEDURE, NO A DUPLICAZIONE PROVVEDIMENTI – «È da tempo sentita infatti – spiega Cattaneo – l’esigenza di semplificare le procedure, evitare doppi procedimenti e mettere in rilievo ogni livello istituzionale. Il progetto di legge che presentiamo valorizza in effetti il ruolo delle Istituzioni. L’indirizzo strategico sostanziale è del Consiglio regionale, mentre la funzione di pianificazione appartiene alle Province e alla Città metropolitana. Il ruolo di verifica delle direttive e dei piani regionali è della Giunta lombarda, come pure l’elaborazione dell’atto d’indirizzo e degli atti amministrativi, attuativi della norma. In questo modo si evita la duplicazione della procedura di approvazione e di Valutazione ambientale strategica (Vas: prima in Provincia, poi in Regione), riducendone i tempi di approvazione. Nel contempo si rafforza il potere di indirizzo del Consiglio regionale, mantenendo alla Regione la possibilità di esprimere un parere condizionato a prescrizioni vincolanti».
COMUNI, GESTIONE E CONTROLLO OPERE RECUPERO – Per quanto riguarda gli Enti locali, i Comuni assumono nel Pdl un ruolo determinante nella gestione e nel controllo delle opere di recupero. «Indispensabili – chiarisce l’assessore – per la restituzione delle aree di cava all’uso previsto dalla pianificazione locale, attraverso la definizione delle destinazioni d’uso, nonché la vigilanza per l’esercizio delle attività estrattive».
Regione, da ultimo, ha un ruolo cardine nell’ambito della definizione delle linee guida univoche per l’esercizio delle funzioni attribuite a Province e Città Metropolitana di Milano.
NUOVO MODELLO DI PIANIFICAZIONE – Diversi sono i contenuti innovativi del progetto. I principali riguardano un nuovo modello di Pianificazione, costituito dall’Atto di indirizzo approvato dal Consiglio regionale e dai ‘Piani delle attività estrattive’ (Pae) approvati dalle Province. Previo parere obbligatorio e vincolante della Giunta regionale sulla rispondenza dei contenuti all’Atto d’indirizzo regionale, nonché agli Atti di programmazione e di pianificazione regionale.
INCENTIVI PER RIDURRE CONSUMO E INCIDENZE NEGATIVE – La proposta di legge individua le azioni con le quali tradurre in atto i principi comunitari dell’economia circolare, che mirano a ridurre il consumo di materie prime, favorire la crescita dello sviluppo economico e ridurre le incidenze negative sull’ambiente. Tali principi si declinano in diverse forme di incentivi per promuovere l’uso efficiente delle materie prime di cava, il riciclo e il riuso dei materiali alternativi.
AREE ESTRATTIVE INDIVIDUATE NEL PROCESSO AUTORIZZATIVO – «Ma l’elemento di novità più significativo rispetto ad oggi – spiega l’assessore – è che l’individuazione delle aree estrattive non si baserà più sugli ‘Ambiti territoriali estrattivi’ (Ate). All’interno dei giacimenti coltivabili, saranno individuate in effetti delle aree idonee per l’attività estrattiva, coi relativi volumi massimi estraibili, che potranno comprendere una o più cave, la cui puntuale individuazione non avverrà nel Piano delle attività estrattive ma nel successivo processo autorizzativo».
PREMIATA LA CONDIVISIONE CON AMMINISTRAZIONI LOCALI – Nel Pdl vengono introdotte inoltre novità nel procedimento autorizzativo, derivanti da un diverso approccio alla pianificazione. I cambiamenti sono finalizzati a premiare la condivisione con le Amministrazioni locali sulle scelte progettuali e ambientali, nonché a incentivare lo sviluppo delle attività che presentino il maggiore valore economico complessivo dei progetti di recupero ambientale, di compensazione e mitigazione.
REGIONE, ASSISTENZA TECNICA AI COMUNI – Un altro elemento nuovo riguarda la competenza della Regione all’assistenza tecnica ai Comuni, funzione svolta dalle Province ai sensi della normativa vigente (l.r. 14/98).
ATTUAZIONE DEI RECUPERI AMBIENTALI – Importanti cambiamenti sono stati formalizzati per attuare recuperi ambientali più efficaci. «Per accelerare la conclusione di questi interventi – conclude Cattaneo – proponiamo di limitare le proroghe, con pena di decadenza della autorizzazione, e previsione di sanzioni. Prevista anche la possibilità di recupero ‘per lotti’, con rilascio graduale delle fidejussioni».
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