Castano Primo, Rescaldina e Canegrate contrari alla “nuova Accam”: «Tante belle idee ma con poca concretezza»
«La poca chiarezza e trasparenza nella comunicazione di questo nuovo percorso a maggior ragione non consente di esprimere un voto favorevole», così i tre "comuni coraggiosi" come erano stati definiti da Franco Brumana (Movimento dei cittadini)
«Questo pomeriggio abbiamo partecipato all’ennesima assemblea dei soci Accam per “l’approvazione del piano di risanamento e ristrutturazione del debito della società”. Il CdA da tempo prospetta ai soci un piano per il rilancio della società Accam , più volte modificato , mai sostenuto da dati e da una strategia certa presentando, dopo il voto, l’ennesimo documento con tante belle idee ma con poca concretezza, soprattutto per gli aspetti economici e finanziari. La poca chiarezza e trasparenza nella comunicazione di questo nuovo percorso a maggior ragione non consente di esprimere un voto favorevole».
Così in serata, in un comunicato congiunto, i comuni di Castano Primo, Rescaldina e Canegrate, dopo l’approvazione del percorso di rilancio dell’impianto di Borsano, grazie ad una nuova società che vedrà protagonisti Amga e Agesp con l’impegno operativo, da subito, di Cap Holding. Piano che anche Legnano ha approvato. I tre comuni del territorio si mostrano quindi ancora contrari al progetto, perchè «si parla di economia circolare ma poi si decide di costituire una Newco fino al 2050, per cui la prospettiva più rosea sarà quella di continuare a bruciare rifiuti per almeno i prossimi 20 anni».
«Non sono ancora chiari, dopo le ultime valutazioni di Regione Lombardia, quali siano i reali valori per l’eventuale bonifica del sito, di cui certamente come amministratori non vogliamo caricare le future generazioni. Vogliamo che il futuro si costruisca con gesti concreti e non con tante parole. I cittadini del territorio meritano che i loro rappresentanti facciano di tutto per assicurare la pulizia dell’aria, dell’ambiente e, fatecelo dire, una maggiore trasparenza nella gestione della cosa pubblica, il tutto nell’interesse del bene comune», la conclusione dei comuni “coraggiosi”, così definiti a suo tempo da Franco Brumana, il consigliere comunale legnanese che da sempre si batte contro ogni forma di attività dell’impianto.
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