Per il cavalcavia “incompiuto” di Gazzada Schianno chiesto l’intervento di parlamentari e consiglieri regionali
Il consigliere comunale varesino in quota Forza Italia Domenico Esposito invoca una mobilitazione "bipartisan" per far riprendere al più presto i lavori sul ponte che unisce Brunello a Gazzada
E’ colpa tua, no è colpa tua. La responsabilità è tua, no è tua: risultato i lavori sul cavalcavia di Gazzada non riprendono. Il cantiere è fermo e ormai abbiamo fatto il giro di boa dei due anni.
Ora Domenico Esposito, consigliere comunale varesino in quota Forza Italia, è intervenuto chiedendo una mobilitazione compatta per smuovere la situazione e sollecitare la ripresa dei lavori: «Non è possibile – scrive il consigliere comunale sul suo profilo Facebook- che chi rappresenta i cittadini non intervenga per chiedere la piena e immediata riapertura del cavalcavia autostradale lungo la strada provinciale 49 tra Gazzada e Brunello. Da oltre due anni il ponte che scavalca l’Autolaghi è oggetto di lavori e il traffico – con molti veicoli pesanti – transita a senso unico alternato regolato da semaforo. Pesanti i disagi con lunghe code nei momenti di punta. Finora le proteste non sono servite a far riaprire il ponte.
Dunque, come consigliere comunale di Varese e come utente, chiedo che tutti i parlamentari e i consiglieri regionali eletti nel Varesotto si mobilitino perché i responsabili del cantiere diano risposte concrete in tempi rapidissimi. Serve una mobilitazione bipartisan per risolvere una situazione intollerabile già denunciata più volte da cittadini ed enti locali, che causa gravi scompensi alla circolazione stradale».
Servirà? Potrebbe essere una soluzione per riportare l’attenzione su un “piccolo ponte di periferia” dimenticato dalla Direzione di Tronco di Milano di Autostrade per l’Italia.
A gennaio di quest’anno la Direzione di Tronco aveva detto che attendeva l’autorizzazione di Enel per spostare un cavo elettrico prima di procedere ai lavori; Enel diceva di aver mandato un’email alla Provincia di Varese e ai Comuni di Gazzada Schianno e Brunello per avere il permesso di procedere e solo la Provincia aveva risposto. Brunello e Gazzada dal canto loro negavano di aver ricevuto una richiesta di questo tipo. Una sola cosa è certa: il cavalcavia si può percorrere a senso unico alternato e i pedoni e i ciclisti lo attraversano guardandosi le spalle e cercando di farsi evitare dalle auto. E ora forse è davvero il caso che qualcuno faccia pressione perché il cantiere riapra.
Di nuovo fermi i lavori sul cavalcavia di Brunello, questa volta è colpa di Enel
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Ma è mai possibile che per spostare un cavo dell’Enel occorra chiedere il permesso a 3 amministrazioni come fosse un lavoro invasivo? È proprio vero che la burocrazia alle nostre latitudini sembra utilizzata a frenare lo sviluppo. Mi raccomando, la prossima volta per un lavoro del genere indiciamo un referendum per vedere se i cittadini sono d’accordo…
Non mi meraviglia che si debbano chiedere permessi, quanto i tempi per rilasciarli.