Chiude Il Ciclope, lo storico ristorante-pizzeria di Busto Arsizio
Chiude lo storico ristorante di Busto Arsizio in corso Italia. I titolari: "Era necessario, siamo rimasti solo in 6"
Difficile per Busto Arsizio non conoscere la loro cucina, proprio impossibile per un bustocco, ma anche per i bustesi, non aver sentito il loro nome: Il Ciclope. Un’istituzione per la città, non solo un ristorante-pizzeria, che chiude.
Dal 2000, quando le sorelle Francesca e Giulia insieme al fratello Raffaele hanno deciso di allargarsi aprendo il ristorante-pizzeria in corso Italia 63 (all’angolo di via Rossini), sono stati un punto di riferimento per grandi e piccini, per festeggiare compleanni, anniversari, ma anche per rimpatriate tra coscritti, genitori a fine scuola e colleghi che gradivano fare la pausa pranzo o qualche riunione veloce mangiando “l’antipasto di mare”. Ma Busto Arsizio li conosceva già da tempo quando dalla Costiera amalfitana, precisamente da Tramonti (Salerno), un piccolo paese famoso per la pizza nelle vallate dei Monti Lattari, negli anni ’80 i fratelli Generale hanno portato la cucina di mare e i sapori di Napoli in pieno centro con il ristorante-pizzeria Regina e poi negli anni ’90, con la pizzeria d’asporto Queen, in zona mercato.
Una realtà bustocca, l’ennesima, costretta ad abbassare la saracinesca e a togliere l’insegna: «Siamo una realtà storica di Busto Arsizio da oltre vent’anni, ma purtroppo in seguito all’andamento del 2020, durissimo per tutti, siamo stati costretti a chiudere. Abbiamo chiuso con il primo lockdown l’8 marzo 2020, riprendendo poi, quasi a pieno regime, in estate per poi tornare a lavorare a metà, con l’asporto e il pranzo, dall’autunno fino allo scorso lunedì 8 marzo» ci ha raccontato Giulio Generale, il figlio del titolare Raffaele.
Un boccone amaro difficile da mandare giù; una scelta difficile, ma necessaria per salvare il salvabile: «In un anno ci siamo dimezzati; avevamo 18 dipendenti, ora siamo rimasti solo in 6. Il solo asporto e il servizio a pranzo non ci hanno consentito di andare avanti perché i costi, tra affitto e retribuzioni, sono sempre alti. A malincuore abbiamo dovuto prendere questa decisione; in questo momento c’è tanta amarezza e dispiacere, soprattutto per quelle persone che abbiamo dovuto lasciare a casa» ha spiegato Giulio Generale.
E ha continuato: «Rincuorano i tanti messaggi d’affetto e i ricordi di tutti coloro che hanno reso vivi questi lunghi anni di attività. Rimane tantissima soddisfazione a partire dal rapporto con i clienti, tra cui qualche personaggio famoso come Tullio De Piscopo, Nancy Brilli e Alessandro Preziosi. L’attività è stata aperta dalle zie e da papà non senza sacrifici ed è a loro che va tutto il merito».
Il Ciclope chiude ma la famiglia Generale, insieme ai dipendenti rimasti, annuncerà presto la prossima apertura.
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