Enrico Bonfanti, il sindaco della Liberazione a Varese
Operaio comunista, carcerato per anni e poi combattente in Spagna, fu indicato dal Comitato di Liberazione come primo sindaco della città liberata. Lo ricorda un incontro a Palazzo Estense

È stato l‘unico sindaco operaio di Varese.
Enrico Bonfanti era un comunista vero, forgiato da anni di opposizione e lotta al fascismo: il Comitato di Liberazione Nazionale – che riuniva tutti i partiti antifascisti – lo indicò come primo sindaco e il 25 aprile 1945 entrò in carica, per gestire la città in giorni di passaggio.
A distanza di 76 anni dal 1945, la figura di Enrico Bonfanti (a sinistra nella foto) viene ora ricordata in un incontro a Palazzo Estense, che fa parte delle iniziative “1921-2021, una storia nella Storia”, che ricordano i cento anni dalla nascita del Partito Comunista Italiano.
L’incontro è in programma al Salone Estense sabato 13 marzo, alle ore 16: vedrà interventi di Rocco Cordì, Enzo Laforgia e Fausto Bonoldi, con la partecipazione del sindaco Davide Galimberti. Ad accompagnare ci sarà il pianoforte dal Maestro Guido Salvetti, che proporrà brani di musica classica.
Si invita a prenotare la propria partecipazione all’evento con sms al n° 340 2399784.
Sarà possibile seguire l’Evento in streaming sul canale youtube CGIL Varese (qui)
Enrico Bonfanti era nato a Varese nel 1901: operaio (verniciatore e pellettiere), comunista, fu arrestato nel 1927 e scontò cinque anni di carcere cui era stato condannato per “motivi politici” dal Tribunale Speciale. Uscito dalle galere fasciste, si rifugiò in Svizzera: da qui raggiunse poi la Spagna per partecipare alla difesa della Repubblica e del legittimo governo del Fronte popolare contro il golpe del generale Franco che era alimentato e sostenuto, anche militarmente, da Hitler e Mussolini.
In Spagna Bonfanti rimase ferito, alla caduta di Barcellona insieme a migliaia di altri miliziani raggiunse la Francia, dove venne catturato e chiuso in un campo di prigionia francese, prima ad Argelès, poi a Gurs. Quando la Francia fu invasa dai tedeschi, fu consegnato dai collaborazionisti francesi alla polizia fascista italiana. Il regime lo confinò a Ventotene, l’isola che raccoglieva gli “irriducibili”: comunisti, anarchici, militanti di Giustizia e Libertà, ma anche i federalisti (gli autori del “Manifesto di Ventotone”).
Alla caduta di Mussolini entrò nelle file della Resistenza, nella 121ma Brigata “Walter Marcobi”. Il CNL di Varese, nella sua prima riunione, lo indicò come futuro sindaco della città: entrato in carica al 25 aprile 1945, rimase poi sindaco per undici mesi.
Nel cuore antico di Varese, quartiere Sant’Ambrogio, c’è un vicolo che lo ricorda.
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