La ventilata chiusura del depuratore di Arcisate arriva in Regione
Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Roberto Cenci ha presentato un'interrogazione a risposta scritta sull'ipotesi di cessazione del depuratore in località Molino del Freddo
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Arriva in Regione la questione del depuratore di Arcisate (nella foto), sollevata nei giorni scorsi da Legambiente Valceresio e dal Comitato Civico Partecipazione di Porto Ceresio.
L’iniziativa è del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Roberto Cenci il quale si è fatto interprete dei dubbi riguardanti il futuro dei depuratori dei reflui in Valceresio evidenziati dalle due associazioni, rivolgendo un’interrogazione con richiesta di risposta scritta al presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi.
«Il lago di Lugano, o Ceresio dopo essere stato vittima di una severa condizione di inquinamento a partire dagli anni Cinquanta a causa dell’eutrofizzazione, imputabile sostanzialmente all’immissione nel lago, anche tramite corsi d’acqua affluenti, di reflui fognari non adeguatamente depurati è in via di miglioramento – spiega Cenci – A partire dagli ultimi due decenni del secolo scorso, con il collettamento delle fognature e il miglioramento della depurazione, la situazione è nettamente migliorata, ma ancora non sono stati raggiunti gli obiettivi di qualità delle acque, prefissati dalla Cipais, la Commissione internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere. Questa condizione di inquinamento ha importanti ripercussioni, sia sulla possibilità di fruizione da parte dei cittadini italiani e svizzeri, sia sull’attrattività turistico-ricettiva del territorio, sia sull’ambiente e sull’ecologia del lago, con forti problemi in termini di equilibri dell’ecosistema».
Dagli studi portati avanti dalla Commissione è emerso che la causa principale del cattivo stato delle acque, del bacino italo-elvetico è riferibile agli scarichi fognari in territorio italiano: «L’impatto maggiore è imputabile agli sfioratori della rete fognaria, che scaricano direttamente a lago o nei suoi immissari, ad esempio nel Rio Bolletta – prosegue il consigliere regionale – Per porre rimedio a questo cronico malfunzionamento, è stato avviato il progetto ACQua Ceresio, con l’obiettivo di migliorare la qualità delle acque del Lago di Lugano, intervenendo primariamente sulle fognature e sui depuratori; il progetto rappresenta la fase attuativa delle strategie di tutela, salvaguardia e conservazione formulate dalla Cipais. I soggetti coinvolti nel progetto sono la Provincia di Varese, capofila, il Canton Ticino e Alfa Srl, società che attualmente gestisce gli impianti e in generale i servizi idrici integrati nei Comuni interessati. Per il progetto di risanamento del Ceresio sono stati stanziati, con il Patto per la Lombardia, oltre 2.000.000 di euro, che saranno investiti per interventi prioritari sulle reti fognarie e negli impianti di depurazione situati in Provincia di Varese. Il termine dei lavori è previsto per il 2023. Recentemente, Alfa Srl ha dichiarato che, in linea con quanto previsto nel Piano Ato della provincia di Varese (Ambito Territoriale Ottimale – il quale ha competenze di indirizzo e controllo del servizio idrico integrato nei Comuni della Provincia), prevede la chiusura di uno dei due depuratori, che attualmente garantiscono il trattamento delle acque reflue sversate nel Ceresio. Il depuratore in questione è quello del Molino del Freddo, in Comune di Arcisate. Gli scarichi fognari, attualmente gestiti dall’impianto di Arcisate, saranno convogliati al depuratore consortile Bolletta di Cuasso al Monte».
«Il depuratore del Molino del Freddo, secondo gli ultimi dati disponibili e risalenti al 2019, tratta reflui per un bacino di 11.756 abitanti. Il depuratore Bolletta di Cuasso al Monte, che ha una capacità di progetto per un bacino di 22.000 abitanti, nel 2019 (sempre ultimo anno del quale si è a conoscenza dei dati di sintesi) ha trattato reflui riferibili ad un bacino di 17.971 abitanti. I dati indicati sono estrapolati dalla Relazione annuale 2019 di Regione Lombardia. Dal banale confronto del dato della capacità di progetto del depuratore Bolletta, con la somma delle utenze esistenti al 2019 dei due depuratori in questione, emerge evidente che il depuratore di Cuasso al Monte non sarà in grado di depurare l’intero quantitativo di reflui provenienti dal dismesso impianto di Arcisate».
«La chiusura del depuratore Molino del Freddo, senza il contestuale potenziamento del depuratore Bolletta, non garantirà il conseguimento degli obiettivi di risanamento del lago – conclude Cenci – Al contrario determinerà l’aggravarsi del suo stato di inquinamento. Per questo abbiamo presentato l’interrogazione, per sapere se Regione Lombardia sia a conoscenza della decisione assunta da Ato Varese e da Alfa Srl, di dismettere il depuratore di Arcisate, visto il suo fondamentale ruolo nella depurazione delle acque che confluiscono nel Ceresio, e quali siano le motivazioni che spingono alla scelta di chiudere il depuratore, se Regione le condivida e, in caso di risposta negativa, cosa Regione intenda fare per scongiurare tale chiusura».
Nell’interrogazione vengono chieste anche informazioni sulla data prevista per la chiusura del depuratore Molino del Freddo, con convogliamento delle acque al depuratore Bolletta; se sia o meno assicurata l’adeguata depurazione delle acque fognarie anche ad avvenuta chiusura del depuratore Molino del Freddo; quali siano le tempistiche stimate e le risorse necessarie per l’adeguamento dell’impianto di Cuasso.
Da parte sua Alfa srl, la scorsa settimana aveva già risposto ad una analoga richiesta di chiarimenti da parte di Legambiente Valceresio, sostenendo che nessuna decisione è stata presa riguardo al depuratore di Arcisate, essendo la società ancora in fase di studio della situazione relativa alla depurazione su tutto il territorio provinciale.
Depuratori di Arcisate e Cuasso: le preoccupazioni di Legambiente e gli studi di Alfa
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