L’anno più duro: il ricordo di chi non ce l’ha fatta
Un anno fa i convogli militari della Caserma “Ugo Mara” di Solbiate Olona partivano in direzione di Bergamo dove erano stati chiamati a gestire la logistica di spostamento delle bare con le vittime della prima ondata della pandemia
Un anno fa i convogli militari della Caserma “Ugo Mara” di Solbiate Olona partivano in direzione di Bergamo dove erano stati chiamati a gestire la logistica di spostamento delle bare con le vittime della prima ondata della pandemia.
Le immagini di quella lunga fila di mezzi militari divennero il simbolo di una tragedia con la quale avevamo appena cominciato a fare i conti.
A distanza di un anno, nella giornata nazionale in memoria delle vittime di Covid, siamo di fronte a numeri impressionanti: sono 103mila le vittime attribuite direttamente agli effetti della malattia ma sappiamo che non tutte le persone che hanno perso la vita sono entrate in questa triste contabilità. E soprattutto che dietro ai numeri ci sono in realtà i volti di uomini e di donne che hanno lasciato parenti, amici e le persone più care.
Sempre durante quest’anno abbiamo conosciuto anche il lato più amaro e doloroso di queste separazioni, avvenute prevalentemente in solitudine e talvolta senza la possibilità di un addio.
Il dolore di quei giorni lo abbiamo vissuto attraverso le parole del vicedirettore di BergamoNews Davide Agazzi, intervistato da Varesenews nel momento più duro della crisi pandemica.
Una sofferenza che però non ha risparmiato neanche la provincia di Varese che ad oggi conta più di 2340 vittime, colpite soprattutto durante la seconda ondata di ottobre e novembre.
Per ricordarle Varesenews ha dedicato una pagina per raccogliere le memorie di chi se n’è andato in silenzio, ucciso dal virus o da altra malattia nella solitudine di una corsia di ospedale.
La storia di questo anno drammatico è ripercorsa anche in “Kronos e Kairòs racconti di una pandemia”, una serie di podcast prodotta da Varesenews per raccontare cos’è stato il 2020, un anno così complesso e diverso: tutti ne siamo stati cambiati, tutti ci portiamo dietro un ricordo indelebile.
“Kronos e Kairòs: ricordi di una pandemia”: il podcast che narra i fatti del 2020
Tra di loro ci sono anche i nomi di chi è morto per curarci, a partire dal dottor Roberto Stella, presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Varese. Quei nomi sono ora custoditi nel tempio votivo dei medici d’Italia che sorge nel cuore di Duno.
Sono morti per curarci, i loro nomi per sempre nei nostri cuori
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