I ristoranti che aprono clandestinamente. Fipe: “Così si danneggia l’intero settore”
Un servizio di denuncia di Striscia la Notizia ha mostrato alcune attività che aggirano le norme e non rispettano le attenzioni anti-contagio. Interviene Ia Federazione pubblici esercizi: "Siamo per il rispetto delle regole. I trasgressori sono pochi e non sono solo nel Varesotto"
«Comportamenti di questo tipo danneggiano tutto il settore della ristorazione e mettono a repentaglio la salute di tutti i cittadini». Giordano Ferrarese, presidente provinciale e consigliere nazionale di Fipe, usa le parole di Max Laudadio per condannare a nome dell’associazione l’apertura clandestina di alcuni ristoranti, smascherati nel Varesotto dall’inviato di Striscia la Notizia.
Il servizio ha mostrato ristoranti che aprono senza rispettare le regole, facendo carte false (ad esempio sulle certificazioni di “mensa aziendale”) e rispettando poco anche le norme di sicurezza basilari contro il contagio, come le mascherine.
«Paghiamo tutti per pochi»
«Ribadisco», evidenzia Ferrarese, «che la Federazione pubblici esercizi sostiene il massimo rispetto delle regole, anche se queste stanno mettendo in ginocchio la categoria». L’esponente di Fipe da sempre chiede ai colleghi, ma anche ai clienti, il rispetto dei protocolli e delle misura in vigore. «Chi si ribella aggirando i provvedimenti di chiusura o chi all’interno del locale non applica le norme anti Covid reca un danno all’intera categoria, offrendo a chi in questi mesi sta “giocando” con il nostro futuro una motivazione ulteriore per limitare le nostre attività. Insomma, stiamo pagando tutti il cattivo comportamento di pochi, perché quelli che accolgono i clienti in zona rossa o arancione sono comunque la stragrande minoranza».
Il presidente Fipe sottolinea poi un altro aspetto, quello della salute degli operatori e dei loro clienti: «Nel servizio di Striscia la Notizia si vedono cuochi e addetti alla sala con la mascherina abbassata e addirittura sprovvisti del dispositivo di protezione: questo è ancora più grave, è gravissimo. Un atteggiamento incosciente che mette in serio pericolo la salute di altre persone».
«Non cadiamo in tentazione»
Nel difendere ristoratori e baristi della nostra provincia, «la situazione documentata in provincia di Varese è identica in ogni parte d’Italia», Ferrarese esprime tutta la propria solidarietà nei confronti dei colleghi: «Comprendo che la disperazione può portare a ribellarsi e ad arrangiarsi, ma non dobbiamo cadere in questa tentazione. Quello che dobbiamo fare è ottenere risarcimenti immediate e davvero adeguati alle perdite che stiamo subendo. Così come dobbiamo ottenere la cancellazione per l’anno in corso di tasse e imposte comunali a nostro carico. Lo stiamo facendo nelle sedi appropriate e continueremo a farlo con tutti i mezzi a nostra disposizione. Contemporaneamente stiamo inoltre chiedendo di rientrare proprio come operatori turistici nelle categorie prioritarie per le vaccinazioni: la protezione nostra, dei nostri dipendenti e dei colleghi tutti è fondamentale anche e soprattutto per la tutela della clientela».
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