Sciopero Amazon, i sindacati: “In una filiera così è assurdo parlare ancora di sicurezza”
Le sigle sindacali spiegano le motivazioni dello sciopero di tutti i lavoratori del colosso USA: "Chiediamo più tutela verso i lavoratori"

«Amazon ha dimostrato di non voler garantire la stabilità ai lavoratori. Ci sembra assurdo che in una filiera così grande sì parli ancora di sicurezza sul lavoro».
I sindacati spiegano così le motivazioni alla base del primo sciopero nazionale di tutta la filiera Amazon che coinvolge circa 40mila lavoratori in tutta Italia, 5 mila in Lombardia, dai dipendenti diretti ai somministrati.
Verifica dei carichi di lavoro e dei turni, corretto adeguamento professionale e continuità occupazionale sono alcuni dei motivi della protesta espressi dalle sigle sindacali, come spiegano i rappresentanti di Filt Cgil a Origgio, dove ha sede uno dei sei magazzini lombardi del colosso statunitense dell’e-commerce: «Questo è uno sciopero nazionale per l’articolo 42 per la tutela del lavoratore. L’articolo 42 per i dipendenti esterni è la cosa prioritaria. Ci sono lavoratori di 50-60 anni che rischiano di stare a casa senza alcuna tutela dopo aver lavorato anche per 10 anni, consegnando 300 pacchi al giorno. Dal momento in cui il lavoratore esce dal capannone, non è assistito. Le aziende esterne e i lavoratori non sono tutelati al di fuori di Amazon. Diciamo no al precariato e ci battiamo per i nostri diritti. Siamo vicini a tutti i lavoratori della filiera. I lavoratori di Amazon e quelli esterni sono stanchi di discutere di queste problematiche».
«Abbiamo la stessa linea degli altri sindacati – precisa Biancarosa Lainati di Sol Cobas -. Non siamo d’accordo sulle 44 ore settimanali perché lavoriamo come se fossimo dei lavoratori discontinui, cosa non vera. I picchi di lavoro sono uno dei punti che discutiamo maggiormente con Amazon».
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