“Questo è un paese per vecchi”

Lo sfogo di un papà: "Mercati settimanali aperti, funzioni religiose consentite, visite ai cimiteri anche. Invece scuole chiuse, parchi giochi sigillati con nastri, divieto di assembramento all'aperto. Ora, io tutto questo non lo posso tollerare"

Parchi giochi chiusi a Legnano - Marzo 2021

Egregia redazione di Varese news

Questo vuol essere l’ennesimo sfogo di un padre, marito, uomo di 42 anni. Niente di più di ciò che credo migliaia di persone vi abbia già enunciato.
Io mi sento però di dire, e sicuramente potrei essere criticato per questa posizione, che al netto delle necessità sanitarie sacrosante, quello che si è potuto evincere è che siamo un paese di “vecchi”, gestito da “vecchi”.
Lungi da me mancare di rispetto a categorie di persone che hanno reso questo paese, nel bene e nel male, quello che è oggi.
Il mio pensiero va alle disparità che possiamo ogni giorno rimirare sui nostri territori. In zona rossa, arancione, viola, cremisi ecc…
Parlare delle scuole di ogni ordine e grado chiuse, e di quanto sia un ovvietà ritenere questo un errore, è davvero superfluo.
Ma pongo un esempio piccolo su questo argomento. Domenica 22 marzo in molte città italiane si è organizzata una manifestazione per la riapertura immediata delle scuole. Bellissima, giusta, e a mio avviso eseguita con tutti i crismi in materia di sicurezza, distanziamento e quant’altro. Risultato? Si grida all’incoscienza per gli assembramenti. Ieri, manifestazioni no mask in diversi luoghi d’Italia, gente ammassata senza mascherine (specialmente over 50) e nemmeno un titolo su quotidiani on line o cartacei. Questo come potrebbe o dovrebbe essere interpretato? Ai posteri, o ai leoni da tastiera l’ardua sentenza.
Nella mia piccola comunità (Vergiate) non posso non notare alcune mastodontiche differenze. Mercati settimanali aperti, funzioni religiose consentite, visite ai cimiteri anche.
Per quanto concerne i giovani: scuole ovviamente chiuse, parchi giochi sigillati con nastri, divieto di assembramento all’aperto. Ora, io tutto questo non lo posso tollerare. Stiamo demolendo delle generazioni sia a livello sociale che culturale. Generazioni che dovranno guidare questo paese come hanno già fatto, bene o male, altre generazioni. Ma come ci guideranno? Come ci cureranno? Che rispetto avranno degli altri se stiamo (non) insegnando a loro altro che l’individualismo da social o da DAD?
Sono arrabbiato e preoccupato, da padre e da individuo di una comunità. Io chiedo solo che i giovani, di qualunque età, possano avere pari dignità di trattamento. Voglio sentire ridere bambini nei parchi giochi, e arrabbiarmi per i ragazzi che ascoltano musica ad alto volume da smartphone o da casse bluetooth. Non vedere giovani che si aggirano come ladri, per boschi o aeree dismesse, come delinquenti, solo per poter avere un contatto umano tra di loro.
Chiudo dicendo che mai più tollererò le lacrime di mia figlia di fronte ad un parco giochi sigillato come in tempo di guerra. Disubbidirò, visto che non sempre la storia ci ha insegnato che sia sbagliato.
Grazie per il tempo dedicatomi
Fabio

 

Roberta Bertolini
roberta.bertolini@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Marzo 2021
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Commenti

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  1. marco pedroli
    Scritto da marco pedroli

    Mi sento di esprimere a Fabio tutta la mia condivisone e solidarietà di padre, cittadino ed insegnante. Leggendo la sua lettera ho provato lo stesso sentimento di frustrazione nei confronti di una politica confusionaria e spesso arrogante che anche in questo momento, per quanto oggettivamente complicatissimo, non ha perso occasione di dimenticarsi dei più giovani. Un governo che non solo non si ricorda di loro ma che li ostacola, li minaccia e infine li sanziona non può attendersi altro che la loro e la nostra disubbidienza.

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