“Agenda 2030 in fattoria didattica”: le fattorie del Varesotto pronte alla ripartenza
Terra Nostra ha pubblicato il progetto "Agenda 2030", cui hanno partecipato sei fattorie didattiche e agriturismi del Varesotto. Tanta la voglia di ricominciare, dopo un anno duro, guardando all'estate: "La richiesta per i centri estivi è molto alta"
Al progetto Agenda 2030 in Fattoria Didattica curato da Terranostra, associazione di Coldiretti che si occupa di agriturismo e ambiente, e presentato oggi, martedì 20 aprile, hanno partecipato sei fattorie didattiche del Varesotto.
«Stiamo vivendo un momento molto delicato, ma le fattorie didattiche si sono date da fare e hanno voglia di ripartire in tutta sicurezza, seguendo rigidi protocolli e stando all’aria aperta, coinvolgendo le scuole e le famiglie con un progetto formativo molto dettagliato legato alla sostenibilità ambientale», ha aperto la presentazione Massimo Grignani, presidente di Terranostra Varese e Lombardia.
Nel volume che racconta il progetto compaiono percorsi didattici e progetti a livello regionale; lei sei realtà che hanno sede da nord a sud della provincia sono l’agriturismo “Vecchio Castagno” di Angera, la fattoria Canale di Azzate, l’agriturismo “Wilma Tschang” di Castelveccana, Valticino di Lonate Pozzolo, “La Rondine” di Lonate Ceppino e “Ai Boschi”, azienda agricola di Origgio.
Il volume è disponibile sia in versione cartacea sia in formato pdf: si sta lavorando a una distribuzione più capillare sul territorio. Nella parte dedicata alle fattorie didattiche della provincia si trovano anche degli obiettivi sostenibili, insieme a una pedagogia più adeguata in sinergia con il mondo dell’istruzione.
“Siamo pronti a ripartire”
«Un anno fa la nostra associazione ci ha proposto di investire nelle fattorie didattiche: fare un progetto, proporlo alla nostra associazione e organizzarlo. Abbiamo riflettuto molto su quello che potevamo offrire, capendo che la nostra offerta dovesse essere di maggiore qualità: siamo tra le regioni con maggiore esperienza ma ci serviva quella marcia in più ma l’abbiamo trovata nell’agenda 2030 in fattoria didattica», ha raccontato Francesca Turconi, della fattoria di Origgio. «I nostri ambienti sono importanti – ha continuato – offriamo delle strutture a misura di bambino, di scuola e di famiglia, abbiamo grandi spazi all’aperto e la possibilità di parlare di coltivazione, allevamento e trasformazione che ci permettono di comunicare con i fruitori e lettori. Aspettiamo l’estate per aprire i centri estivi, sperando che siano la nostra ripartenza».
«Un progetto molto bello», hanno commentato i gestori del Vecchio Castagno, «grazie al quale abbiamo collaborato tra di noi. Siamo pronti per la ripartenza con il centro estivo e con attività didattiche per famiglie. La nostra collocazione sul lago è votata alla didattica all’aperto». Wilma Tschang ha parlato del proprio agriturismo, anch’esso sul Lago Maggiore:«Ho trasformato l’azienda di allevamento nello scorso lockdown in frutteto e orto. Per le scolaresche e le famiglie quest’anno spingeremo sull’attività all’aria aperta, che già le nostre fattorie facevano da tempo ma magari non ne sono a conoscenza. Speriamo in una ripartenza per poter scommettere al 100% sul nostro territorio».
Da quando si può prenotare l’esperienza? «Siamo ovviamente legati come attività alla circolazione del Covid», ha risposto Turconi, «ma già adesso un tipo di attività ludica nelle fattorie si può fare, i campi estivi si potranno fare». Dal decreto di marzo, ha specificato, le fattorie didattiche hanno potuto riaprire: «Il riscontro è alto perché si arriva dalla didattica a distanza e le attività sportive sono azzerate: noi siamo una possibilità concreta, perché rispettiamo i protocolli Covid e individuiamo un’età precisa per le attività. Per ora il coinvolgimento si ferma alla giornata, nel fine settimana. Troveremo una possibilità più ampia con i centri estivi, per i quali la domanda è molto alta. I numeri dei bambini che possiamo ospitare è ridotto. Arriviamo da un anno di ferro ma siamo pronti, formati e abbiamo fatto scelte di qualità: vogliamo fare un passo in avanti rispetto a quello che era la didattica pre Covid».
(Foto d’archivio generica)
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