Bertolaso: “Non abbandono la campagna vaccinale, sarò solo meno presente in Lombardia”
Dopo la notizia ripresa dai giornali nazionali e commentata in Lombardia per tutto il giorno è il diretto interessato a precisare la sua posizione

Dopo la notizia ripresa dai giornali nazionali e commentata in Lombardia per tutto il giorno è il diretto interessato a precisare la sua posizione. Guido Bertolaso resterà a capo del coordinamento della campagna vaccinale ma trascorrerà meno tempo in Lombardia.
«Leggendo i titoli di giornale che si stanno susseguendo in queste ore in riferimento alle mie parole di ieri sera a Quarta Repubblica, ci tengo a precisare che non ho intenzione di abbandonare il coordinamento della campagna vaccinale in Lombardia – ha spiegato il consulente chiamato dalla Regione per gestire la campagna vaccinale -, semplicemente non sarò più fisicamente 7 giorni su 7 in Lombardia. E comunque non nell’immediato».
Bertolaso ha aggiunto che «La macchina è efficiente e ben avviata, la mia presenza non è fondamentale come nella fase di coordinamento iniziale. Raggiungeremo quota 100mila inoculazioni quotidiane entro fine mese e non avremo problemi ad assestarci poi sulla quota base di 85mila indicata dal Generale Figliuolo. Continuerò a seguire i briefing quotidiani e ad essere presente ogni qual volta sarà necessario. Fino a quando tutti i lombardi non saranno stati vaccinati».
“Guido Bertolaso ha fatto sicuramente un ottimo lavoro – aveva commentato a metà giornata il presidente lombardo Attilio Fontana -. Abbiamo ancora bisogno di lui, quindi sono convinto che continueremo a lavorare insieme perché quello della vaccinazione è un progetto assolutamente importante e rilevante. Continuerà a collaborare con la Regione Lombardia. Probabilmente sarà meno presente fisicamente, ma continuerà a seguire lui tutta la campagna vaccinale. Adesso è qui sette giorni la settimana, in futuro magari un po’ meno. Continua a essere e sarà il consulente sulla vaccinazione”.
La notizia era stata commentata anche dalle opposizioni che, all’organizzazione della campagna vaccinale lombarda non hanno fatto mancare pesanti critiche in questi mesi: “Bertolaso torna a Roma. In Lombardia ha legato il suo nome a un’evidente inefficienza della prima fase della campagna vaccinale, quella dedicata agli ultraottantenni, che portava il timbro di Bertolaso e Moratti ed è stata fallimentare – dice il consigliere regionale del Pd, Samuele Astuti -. Si è svoltato solo quando è arrivato il generale Figliuolo e la Regione Lombardia si è adeguata in tutto e per tutto alle indicazioni nazionali. Ora vedremo a quali ruoli Bertolaso sarà chiamato, di certo non sarà ricordato come il salvatore della Lombardia per quello che ha fatto sulla campagna vaccinale”.
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