Cinghiali, “situazione sempre più insostenibile a Varese per imprese e cittadini“
L'associazione di categoria chiede di intervenire sulla riduzione numerica, dando la possibilità ai sindaci di emettere ordinanze di emergenza per autorizzare misure straordinarie di contenimento

«Una situazione che sta diventando insostenibile per le nostre imprese e per la sicurezza dei cittadini e che sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vaste aree territoriali della provincia prealpina, anche in zone ad elevato pregio naturalistico. La situazione è arrivata alla saturazione con i cinghiali e la fauna selvatica in continua crescita. Oltretutto una così elevata presenza di cinghiali sui territori è un pericolo per l’introduzione del virus della Peste suina Africana ed anche per la diffusione di malattie infettive batteriche all’uomo».
È quanto evidenzia Fernando Fiori presidente di Coldiretti Varese rispetto alla proliferazione incontrollata dei cinghiali che affligge il Varesotto e le province del settentrione lombardo: e si tratta di un problema ancor più generalizzato e fuori controllo, se si conta che oggi siano saliti a 2 milioni gli esemplari di cinghiali in Italia. Ciò rappresenta sempre più un rischio, non solo per le coltivazioni, ma anche per i cittadini.
Numerosi studi hanno dimostrato la presenza, nel sangue di diverse popolazioni di cinghiali, di anticorpi per virus a carattere zoonosico, ovvero quelle malattie infettive che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo. Tra i più importanti virus in grado di passare dal cinghiale all’uomo quello responsabile dell’epatite E, il virus dell’influenza suina e quello dell’encefalite Giapponese.
«A risentirne è anche la funzionalità degli ecosistemi naturali – prosegue Fiori – oltre al fatto che i cinghiali causano ingenti danni all’agricoltura che non vengono neppure coperti dagli indennizzi perché la perdita di reddito arrecata agli imprenditori va ben oltre il valore del risarcimento ottenibile»
Dall’indagine Coldiretti/IXÈ si evidenzia come siano, in primis, i cittadini ad essere spaventati dalla presenza dei cinghiali: oltre 6 italiani su 10 (62%) hanno paura dei cinghiali e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite tanto che più di 8 italiani su 10 (81%) pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero.
«È urgente intervenire con un approccio integrato – ribadisce Fiori – un pacchetto di azioni che se da un lato deve agire sulla riduzione sia numerica che spaziale, dall’altro deve concretizzarsi in provvedimenti che possano consentire anche ai sindaci l’adozione di ordinanze di emergenza per autorizzare misure straordinarie di contenimento».
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Ma non sarebbe fattibile dare cibo con pillola anticoncezionale in modo da evitare il moltiplicarsi della specie? Mi pare che qualcosa di simile sia stato fatto per i piccioni in qualche situazione particolare.
Il cinghiale è un piatto prelibato e tradizionale. Commercializzare quelli che sarà necessario abbattere sarebbe un piccolo incentivo per la nostra economia in crisi.