Dal panificio di famiglia al bar aperto in piena pandemia, Davide Piatti racconta la sua “scommessa”
49 anni, ex dirigente sportivo, ha scelto di aprire il bar Monterosa: "È un momento in cui sono più i locali che chiudono che quelli che aprono. Mi hanno sempre detto che passavo più tempo al bar che al lavoro - dice scherzando -, ora faccio del bar il mio lavoro"
Cambiare vita dopo 33 anni abbondanti passati nell’attività di famiglia. E farlo aprendo un bar, in piena pandemia, con le restrizioni ancora in vigore e un futuro pieno di incognite.
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In un momento sicuramente complicato per chi gestisce attività rivolte al pubblico, tra lamentele per le chiusure, richieste di ristori, proteste più o meno vigorose, Davide Piatti, 49 anni, originario di Casciago, ha inaugurato il suo nuovo locale, il bar Monterosa, nella via omonima, a Casbeno, una zona di Varese ben nota per la presenza di diversi uffici pubblici (Asl, Aler, poco più in là Questura, Provincia e Prefettura) e scuole (ragioneria, geometri, linguistico).
La sua famiglia gestisce dal 1972 il panificio Piatti in via Ugo Foscolo, in pieno centro: «Sono nato settimino perché mia mamma ha rotto le acque tirando su una cesta di pane – racconta Piatti -. Ho lavorato lì da quando ho 16 anni, ho preso il motorino e ho cominciato ad andare in negozio. Nella gestione del panificio insieme agli altri soci rimane mia sorella Virna, io ho deciso di cambiare».
Una scelta presa per cogliere un’opportunità e per motivi di salute: «Qualche anno fa ho avuto una brutta polmonite, lavorare con la farina diciamo che non è il massimo per il mio fisico – spiega Piatti -. Quando mio cognato, commercialista che seguiva la vecchia proprietà, mi ha detto della possibilità di subentrare qui, ho colto la palla al balzo. I miei amici mi prendono in giro, dicono che ho sempre passato più tempo al bar che al lavoro, adesso faccio del bar il mio lavoro. Non sono più un ragazzino, lo so, ma mi ci butto con entusiasmo e fiducia. I tempi cambieranno, non si può pensare che vada avanti così tra restrizioni e paura del virus. Passerà».
Piatti ha anche fatto per tanti anni il dirigente sportivo prima alla Casmo e poi all’Aurora Induno dopo aver difeso le porte di numerosi campi di provincia. Con lui, nella nuova avventura c’è la cognata Franca come socia e la moglie Cinzia («santa donna», sottolinea il marito) come “supporto psicologico”: «Ci vediamo meno di prima, forse mi ha spinto apposta a lanciarmi in questo progetto – scherza -. Comincio alle 5 e sono qui tutto il giorno. Abbiamo rinnovato il locale, dandogli una veste nuova, rifatto gli interni e a breve anche la nuova insegna e le tende. Abbiamo naturalmente un’ampia offerta di prodotti che arrivano la panificio, dal pane fresco ogni mattina a focacce, pizze, brioches. Abbiamo aperto venerdì 9 aprile, sono già venuti a trovarmi tanti amici per un caffè o un aperitivo, rigorosamente da asporto. Lunedì prossimo, almeno in parte, riaprono le scuole (il figlio Luca, 16 anni, frequenta ragioneria, mentre Francesca è in quinta elementare), e in questa zona ci sono tanti uffici che quando tornerà la normalità saremo pronti a servire. È un momento in cui sono più i locali che chiudono che quelli che aprono, la mia è una scommessa su me stesso, mi rimetto in gioco, ci provo e vediamo come va».
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