Dall’hotel dei disperati all’hotel della speranza: la nuova vita del rudere di largo Flaiano
La palazzina all'entrata della città, disabitata da anni, è stata acquisita dalla Fondazione Ascoli, che intende realizzare una struttura di alloggio per i parenti dei piccoli pazienti, e per i ricercatori dell'insubria
Una struttura per parenti di malati, ricercatori universitari e operatori sanitari: è la nuova vita prevista per il rudere di largo Flaiano, che da anni fa “bella mostra” all’entrata della città grazie alla sua acquisizione da parte della Fondazione Giacomo Ascoli.
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«Abbiamo acquistato la struttura ad un’asta, e ci graveremo di un mutuo – ha spiegato il presidente della fondazione Giacomo Ascoli, Marco Ascoli – Ma per noi è un progetto importante perché c’è la necessità di procurare alloggi per i famigliari dei piccoli ricoverati. Noi fino ad ora abbiamo sopperito compartecipando a spese negli alberghi, ma questo è un gran passo avanti, in una posizione strategica che permette di raggiungere a piedi entrambi gli ospedali».
Il progetto è coordinato dall’architetto Elena Brusa Pasquè, che ha lavorato con un team di colleghi per trasformare la palazzina dei primi novecento in una palazzina in grado di fornire 9 minialloggi, spazi comuni e di ricreazione nonchè la nuova sede per la Fondazione Ascoli.
«Saranno, più precisamente, due monolocali e sette bilocali, strutturati come delle suite di hotel: con stanza, cucinino, living e bagno – spiega Elena Brusa Pasquè – a loro si aggiungeranno poi degli spazi comuni, prevalentemente al piano terra e nel seminterrato, che serviranno da hall, lavanderia e altri servizi, oltre ad accogliere la sede della Fondazione Giacomo Ascoli e le sedi di altre associazioni a lei collegate»
La ristrutturazione della palazzina costerà una cifra che va dal milione e cento al milione e trecentomila euro. Per contribuire alla sua costruzione, è stato costituito un fondo, “L’arcobaleno di Nichi”, nato in memoria del piccolo Nicholas, venuto a mancare due anni fa.
Per i lavori sono previsti circa 18 mesi, a partire dal momento in cui il comune di Varese darà il permesso ai lavori: «Noi abbiamo già pronto il progetto esecutivo, attendiamo solo il via dall’amministrazione – spiega – I lavori saranno assegnati con una sorta di “minibando” interno, alla ditta che permetterà le migliori condizioni alla Fondazione»
DALL’HOTEL DEI DISPERATI ALL’HOTEL DELLA SPERANZA
La nuova struttura della fondazione Ascoli riesce a sanare anche uno dei più visibili punti di degrado della città: disabitata da oltre sette anni, oggetto di un importante fallimento, la palazzina è stata per anni un pessimo “biglietto da visita” all’entrata della città, su cui l’amministrazione poco poteva intervenire proprio perchè area privata e oggetto di procedura fallimentare.
«Ricordo quando sono entrato con l’allora comandante dei vigili urbani Emiliano Bezzon nella palazzina, per farci un’idea di come fosse realmente la situazione – spiega il vicesindaco e assessore alla Polizia Locale Daniele Zanzi – Trovammo persone irregolari in piena flagranza di reato, che li vi abitavano. Dovemmo mettere i sigilli agli infissi e i mattoni alle porte, per limitare i danni di quel degrado. Non si può che ringraziare l’attivismo della fondazione Ascoli nel trasformare un hotel di disperati in un hotel della speranza».
PER I PARENTI DEI PICCOLI PAZIENTI, MA ANCHE PER RICERCATORI E SANITARI
I nove miniappartamenti sono pensati innanzitutto per alleviare i disagi dei famigliari dei piccoli pazienti, sulla scorta di dolorose esperienze passate: «Una delle cose che più ci era mancata, durante il percorso della malattia di mio figlio, era l’unità della famiglia – Spiega Elena, mamma di Nicholas, promotrice dopo la scomparsa del figlio del fondo “L’arcobaleno di Nichi” insieme a Fondazione Ascoli – Io seguivo Nichi, mio marito doveva lavorare per tutti, gli altri miei figli affidati ai nonni. Parlando con Ascoli abbiamo cercato di capire come portare avanti il sogno, e abbiamo deciso di chiamarlo “l’arcobaleno di Nichi” in sua memoria».
Ma quegli spazi saranno resi disponibili anche all’Università dell’insubria, con cui la Fondazione “condivide” un ricercatore, parzialmente pagato proprio dall’attività della Giacomo Ascoli. per ricercatori e visitatori: «La nostra università non solo sopravvive alla sua crescita ma negli ultimi tempi si sta anche consolidando come brand, cosa su cui stiamo puntando – spiega il direttore generale dell’università dell’Insubria Marco Cavallotti – Per farlo però servono servizi, e i servizi residenziali sono una delle caratteristiche importanti, senza i quali non si portano nuovi talenti nel territorio. Noi riusciamo a soddisfare un quarto delle necessità abitative di chi ruota intorno alla nostra università, quello di Fondazione Ascoli è un contributo importante».
Una considerazione che condivide anche il direttore generale della Asst Sette Laghi Gianni Bonelli: «Mi associo ai complimenti per l’iniziativa, l’ennesima che la fondazione Ascoli fornisce e realizza arricchendo i servizi che l’azienda può fornire – spiega il DG – Un ottimo esempio di sussidiarietà orizzontale che amplia la nostra offerta di servizi. Inoltre, sistemare quell’edificio in un’area cosi vicina agli ospedali è un vantaggio anche per chi semplicemente accede agli ospedali».
IL NUOVO LARGO FLAIANO BIGLIETTO DA VISITA PER LA CITTÀ
Alla presentazione del progetto c’erano anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il sindaco di Varese Davide Galimberti, che hanno entrambi sottolineato anche l’importanza urbanistica della ristrutturazione: «Apprezzo da sempre le tue idee chiare e la tua determinazione al massimo livello – h detto Fontana rivolgendosi ad Ascoli – Di questo progetto me ne avevi parlato anni fa e ora scopro che hai trovato la soluzione acquistando proprio quella palazzina. Un bel modo di fare una bella cosa, rimettendo a posto quelle brutte. complimenti» .
«C’è orgoglio da parte di tutti per la concretizzazione di un sogno a diversi livelli – ha commentato il sindaco – Trasformare una situazione vergognosa in città in un bel biglietto da visita per Varese è il segno di attenzione e mostra quale sia il rapporto di collaborazione massima tra enti pubblici e mondo del volontariato. Insieme alla riqualificazione ddi Largo Flaiano, ormai alla fase esecutiva, si sta delineando un bel biglietto da visita per la città».
IL NOME PER LA PALAZZINA LO PROPONGONO I CITTADINI
In coda all’incontro marco Ascoli ha lanciato anche una proposta alla città: «Questa palazzina non ha ancora un nome, ma ci piacerebbe che ad esso concorresse tutta la cittadinanza: segnalateci il nome che ritenete più adatto, li valuteremo».
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