Fidejussione bulgara, il Pd rivendica: “Sempre tenuto accesi i riflettori sulla vicenda”
A quasi quattro anni dalla debacle della festa estiva, il Comune è riuscito a incassare i soldi per quell'evento. Il Pd rivendica il ruolo avuto sulla questione
«Grazie all’incalzante iniziativa delle gruppo del Partito Democratico il Comune di Gallarate, dopo 4 anni, ha finalmente riscosso la fidejussione bulgara del Summer Festival».
Nessun imbarazzo, di fronte al risultato ottenuto dall’amministrazione: anzi, il Pd – dalle file dell’opposizione – rivendica l’azione fatta sul Summer Festival, per arrivare a incassare la fidejussione a copertura dell’impegno economico che era stato chiesto dal Comune agli organizzatori dell’evento dell’estate 2007.
«Siamo contenti che i riflettori che abbiamo costantemente puntato sull’argomento, fuori e dentro dal consiglio, abbiano spinto il Comune ad agire per recuperare soldi pubblici dovuti», dice una nota del Pd, riferendosi appunto alle parole con cui l’assessore al commercio rivendica la «grande vittoria».
All’inizio il “caso Summer festival”aveva sollevato l’attenzione di tutte le minoranze, dal Pd a Rocco Longobardi (che poneva l’accento sui danni subìti dagli operatori invitati al festival), ma poi sono stati soprattutto i consiglieri dem a incalzare con interrogazioni sul tema.
«E siamo anche lieti che il nostro Comune abbia evitato rilievi e sanzioni per il danno erariale che sarebbe derivato dalla mancata riscossione del dovuto. Perciò comprendiamo bene il sollievo e la gioia dell’assessore Mazzetti».
«Ci limitiamo a dire che sarebbe stato meglio che nel 2017 il sindaco Cassani e la sua giunta avessero valutato meglio una iniziativa come il Summer Festival, rivelatasi totalmente fallimentare, evitando ai tanti commercianti che hanno aderito di subire perdite economiche importanti, che nessuno risarcirà. E se la giunta non avesse accettato una fidejussione bulgara, emessa da una società segnalata come inaffidabile, i soldi sarebbero stati recuperati già da 4 anni. In ogni caso “tutto bene quel che finisce bene”, come diceva il mitico Rezzonico: grazie al pressing del PD sono stati recuperati i soldi».
Il Pd rivendica le sei interrogazioni nel “question time” del consiglio comunale, gli stessi passaggi che la stessa Mazzetti indicava tra gli elementi che indicava come parte delle «battaglie demagogiche» delle opposizioni.
«Una sola nota per l’assessore Mazzetti: il risultato dimostra che l’iniziativa del PD è stata posta in essere nell’unico interesse di cittadini. Per ricordare cosa sia una iniziativa demagogica e diffamatoria chieda ai suoi compagni della Lega come sia finita l’infondata e vigliacca campagna su via Montello, che proprio 5 anni fa occupava Striscia la Notizia e accompagnava la campagna elettorale col solo fine di gettare fango e screditare: verificherà che tutto è finito in niente». Riferimento alle accuse del 2016 all’ex sindaco Guenzani, che appunto non hanno avuto alcun seguito giudiziario.
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