“La rimozione delle panchine sposta il problema. Invece dobbiamo affrontarlo”
Margherita Silvestrini chiede un intervento anche sul piano sociale, per affrontare i problemi delle persone con dipendenze che "abitano" per il centro e che hanno spinto il Comune a rimuovere via via diverse sedute
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«La rimozione di un problema non è mai la sua soluzione». Parte da qui Margherita Silvestrini, nel proporre un ragionamento alternativo sui problemi del centro, dopo la decisione (già attuata) del sindaco di spostare un altro lotto di panchine in centro, quello di piazza Guenzati-via Manzoni.
«L’argomento del decoro urbano, che certamente è un diritto di tutti i cittadini, il più delle volte nasconde l’incapacità di gestire il disagio. Decoro e sicurezza sono importanti, i cittadini hanno diritto a pretenderli, gli amministratori hanno il dovere di assicurarli» premette Silvestrini.
«La rimozione delle panchine non elimina il disagio, lo scansa, lo sposta altrove, lontano dai nostri dagli sguardi che, altrimenti, chiederebbero forse conto alle nostre coscienze. Questa è sicurezza che sembra costare poco, sposto il problema, e invece costa cara, il suo prezzo è la rinuncia di tutti agli spazi della socialità e la vergogna di coscienze indifferenti» continua la candidata sindaca del centrosinistra.
L’alternativa? «Gli spazi pubblici vanno vissuti e le persone che disturbano vanno aiutate e gestite». Anche Silvestrini riconosce che «è la strada più difficile, ci vogliono intelligenza, risorse economiche e sinergie», ma «sarebbe un buon investimento per la soluzione di un problema, non della sua rimozione».
Il tema, va detto, è aperto ormai da anni, anche se una certa accelerazione dei problemi sociali si è vista soprattutto negli ultimi anni: in parte le persone con dipendenze sono già avvicinate da volontari della galassia associativa e caritativa, ma fin qui né l’assistenza né le scelte “urbanistiche” (come già l’eliminazione delle panchine in piazza Risorgimento) sono state particolarmente incisive.
D’altra parte chi opera nella rete del volontariato sottolinea l‘importanza di tenere le singole persone “agganciate” alla normalità, evitando che scivolino in comportamenti antisociali se non aggressivi, ad esempio per evitare che le dinamiche di gruppo degenerino in litigi.
Il dibattito resta apertissimo, anche sui social le reazioni delle persone sono state molto diversificate, tra chi sottolinea il problema sociale in sé, chi critica la soluzione, chi accetta la soluzione contingente e chiede quali potrebbero essere le misure alternative.
A fianco di Silvestrini anche i Verdi (che a Gallarate confluiranno in una nuova lista) chiedono un nuovo approccio sociale, per evitare di replicare ulteriormente la risposta affidata alle panchine eliminate. «Le prossime panchine che verranno tolte dal nostro Sindaco quali saranno?» si chiede Filiberto Zago, che ipotizza lo spostamento del problema verso Corso Italia o via Don Minzoni. «Potrebbe essere oggi una soluzione, da parte del Comune di Gallarate e in particolare dell’Assessorato ai servizi sociali, attivare un servizio di ascolto per strada, fornito da operatori affiancati anche da agenti della polizia locale».
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