Intervista al dirigente del liceo Cairoli: “La scuola è in movimento, il futuro sarà integrato”

L'emergenza sanitaria ha trovato la scuola impreparata. Ma sono stati fatti enormi progressi e scoperto il valore della tecnologia. La visione del dirigente del liceo classico varesino

liceo cairoli

La sfida che l’emergenza della pandemia ha posto di fronte alla scuola è stata enorme ed è tutt’altro che superata: la strada per il ritorno alla normalità è ancora in salita. Per capire a che punto è la situazione negli istituti del territorio abbiamo iniziato un dialogo con i dirigenti scolastici per capire quali sono le prospettive di uno dei settori più importanti e vitali per il futuro del nostro Paese.

Un anno in altalena. Tutto chiuso, poi apertura condizionata, poi di nuovo tutti a casa, un rientro frazionato. E di nuovo la chiusura. Ora si riprende al 100%, non al 50%, 60%….

Da un anno la scuola è sollecitata da continui novità e cambiamenti. Una cosa è certa: la pandemia ha forzato i tempi di un’evoluzione da cui non si torna indietro, anche se l’approdo non è ancora definito.

Il dirigente del liceo Cairoli di Varese Salvatore Consolo è nel suo ufficio. Lo è sempre stato, anche quando tutti erano a casa, per gestire l’emergenza, attuare le normative e ancora oggi per assicurare che l’anno scolastico proceda nel migliore dei modi, pur se imperfetto.

È un periodo complesso e sono tante le problematiche che dobbiamo affrontare. Prima su tutte, quella della sicurezza. Lo slogan è “la scuola è un ambiente sicuro”. Certo che lo è. Lo è diventata mettendo in atto le indicazioni del ministero, disponendo i banchi con il metro alla mano, schermando la cattedra con il plexiglass a due metri dal primo banco. E poi con la nomina di tutte le figure necessarie: il responsabile del servizio di protezione e prevenzione (RSPP) che può essere interno o esterno ed è un ingegnere, il medico competente,  il rappresentante dei lavoratori della sicurezza (RLS). Figure nuove o che hanno avuto ulteriori compiti. Insieme abbiamo stilato il protocollo rigoroso, variato e implementato le dotazioni come le colonnine per sanificare le mani, la cartellonista. Individuato i percorsi interni, gli ingressi differenziati e poi gli orari di didattica al 50% e al 75% e al 100%. Il Ministero ha sostenuto con fondi adeguati tutte queste spese.

E poi c’è il tema della didattica

In quello che è il nostro “core business” si è compiuta una vera rivoluzione. Abbiamo iniziato lo scorso anno con la DaD per gestire l’emergenza. Poi l’abbiamo trasformata in DDI Didattica Digitale Integrata. Abbiamo iniziato con esperienze sporadiche per poi crescere, perché era ed è l’unico strumento a nostra disposizione per salvare l’anno scolastico. Non tutte le scuole era pronte, le superiori hanno a disposizione maggiori fondi e sono state avvantaggiate. Ora Il Ministero sta pensando a implementare la connettività ad alta velocità in tutte le superiori. Un obiettivo per noi un po’ tardivo  perchè ci siamo mossi già e al Cairoli abbiamo la fibra, il top di gamma.

Questa è la tecnologia. Ma da sola non basta a fare una buona scuola

La DaD ha costretto a innovare la tradizionale lezione d’aula. Chi più, chi meno, è stato costretto a gestire il cambiamento. Abbiamo fatto tanta strada e le modalità di conferenze in presenza, anche se distanti, sono entrate nella gestione quotidiana. I ragazzi del Cairoli hanno fatto assemblee di istituto molto partecipate grazie a un investimento esiguo per una piattaforma che può ospitare fino a 1000 persone contemporaneamente. Anche il Comitato studentesco si svolge on line, e persino di pomeriggio.  Abbiamo imparato a confrontarci, anche se a distanza recuperando il tempo dei viaggi che è sempre prezioso, è un’economia anche il tempo.

liceo cairoli

Secondo lei, questa esperienza modificherà per sempre il modo di stare e di fare scuola?

I rapporti umani e l’interazione sociale in presenza sono preziosi e vanno recuperati quanto prima. Anche oggi, pur con la scuola aperta, i ragazzi non possono vivere liberamente il loro liceo, sono costretti a stare in spazi contingentati, l’intervallo è diversificato, così come ingressi e uscite. Gli studenti erano abituati a vivere appieno tutti gli spazi, con la massima libertà. Questo clima va assolutamente recuperato. Diverso il discorso sulla tecnologia che abbiamo imparato ad apprezzare. I docenti stanno facendo dei corsi di formazione e alcuni hanno raggiunto competenze davvero elevate. 

Ci sono contenuti adeguati in rete per sostenere, integrare e aumentare la didattica?

Molti. Soltanto la Rai ha messo a disposizione una quantità di materiali interessantissima: interviste a scrittori, artisti, poeti, documentari e filmati scientifici. Anche le case editrici sono state generose consentendo l’utilizzo di materiali importanti. In emergenza si è creata una grande solidarietà e abbiamo imparato a conoscere le possibilità di arricchimento per rendere le lezioni più interessanti. 

L’uso della tecnologia nella scuola è un tema di cui si sente parlare ormai da più di dieci anni. I risultati erano rimasti sempre un po’ scarsi, di nicchia. Spesso affidati all’interesse personale

È vero, i docenti non sono tutti allo stesso livello ma c’è interesse all’innovazione. I miei professori seguiranno ora un corso chiamato “Didattica nova” tenuto dal professore della Bicocca Stefano  Moriggi sulla metodologia. Il punto  non è più sullo strumento, che oggi conosciamo, ora è capire come si debba utilizzare, nelle diverse discipline, questa didattica “nova”, abbinata alla tecnologia. Il cambiamento non è immediato, ma la scuola è in movimento. Il lato positivo di questa pandemia, pur nella negatività, è che l’emergenza aguzza l’ingegno e ciò che abbiamo fatto non sarebbe avvenuto così in fretta, nonostante le possibilità ci fossero sulla carta.

E il digital divide è un tema?

Certamente e non è facilmente risolvibile. Se abito in una zona della provincia che non è coperta o è coperta male, è chiaro che la didattica a distanza diventa un problema. Dobbiamo ricordare sempre che non tutti hanno le stesse opportunità. Le scuole hanno aiutato fornendo computer ma se un ragazzo non può connettersi, non c’è molto da fare. C’è generosità a livello territoriale per fornire dotazioni tecnologiche ai ragazzi e anche il Ministero ha stanziato fondi aggiuntivi per la connettività. Ma ci sono aree del paese ancora non adeguatamente coperte.

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Cosa si augura che accadrà a settembre?

È un po’ difficile prevedere perché dobbiamo ancora concludere l’anno. Navighiamo un po’ a vista anche se qualche ragionamento lo stiamo facendo: abbiamo in sospeso uno stage in Irlanda che spero di poter fare. Se la campagna vaccinale procederà ai ritmi annunciati, ci si augura un rientro in classe normale, in presenza, anche per dar modo ai ragazzi di recuperare questo tempo passato distanziati. I giovani stanno soffrendo molto la situazione, per cui io spero vivamente che si torni tutti in classe, al 100% con le precauzioni necessarie. Questo non vorrà dire un ritorno al passato perchè la didattica integrata continuerà, con modalità nuove ma da qui non si torna indietro.

Ma il rientro in aula sarà con le stesse regole del passato? Lo stesso rapporto tra docenti e ragazzi? Con le classi pollaio?

Non ci sono novità rispetto al passato. La normativa rimane in vigore con le stesse direttive. Non è comunque un tema sentito, soprattutto nella nostra provincia dove, tutto sommato, gli istituti non hanno grossi problemi di spazi. Io, al Cairoli, sono fortunato perché lo stabile è antico, con aule grandi, adeguate a contenere tutti gli alunni. Qualche altra scuola dovrà fare scelte diverse per garantire la sicurezza. Ma, ripeto, oggi non è in discussione una revisione dei parametri organizzativi

Il recupero dei saperi: è un tema? 

Certamente. Lo è soprattutto per chi entrerà in quarta ginnasio. Dovremo rivedere le programmazioni e il livello delle competenze rimodulandole  in un’ottica di successo formativo. 

Ma per gli altri liceali? È il caso di prevedere lezioni l’estate prossima?

In estate? Non lo so. Dovrà essere una decisione ministeriale. Io non credo che sia necessario. Noi faremo come lo scorso anno: a settembre percorsi intensivi per chi pensa di essere rimasto indietro. Devo dire che, in questi mesi, docenti e ragazzi hanno lavorato tanto e bene quindi, non reputo che sia necessaria una sessione estiva.

Ha avuto casi di dispersione scolastica?

No

La scuola offre lo sportello psicologico? È stato frequentato?

Certo. È un servizio utile e quest’anno ho voluto anche implementare le ore della nostra counsellor.  Lo ritengo uno servizio necessario dato il momento delicato e i ragazzi ne hanno bisogno davanti a fragilità crescenti. 

Anche i docenti ne hanno usufruito?

Solo per confrontarsi sulla gestione di qualche ragazzo. So che fare didattica a distanza è faticoso: si entra nelle case altrui e non è semplice. Ma sono stati tutti capaci di instaurate rapporti proficui.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 22 Aprile 2021
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