La Sette Laghi cerca un gestore per 20 letti di comunità all’ospedale di Cuasso. Sindacati critici
In una nota congiunta i rappresentanti di base delle diverse sigle contestano la scelta di cercare un gestore privato. Una scelta che, temono, sia l'escamotage per la privatizzazione. La replica dell'Asst
Una gara pubblica per affidare a un gestore esterno 20 letti di degenza di comunità all’ospedale di Cuasso. La delibera firmata dal direttore dell’ASST Sette Laghi ha messo in allarme i sindacati che, in una nota a firma congiunta dei rappresentanti di base delle sigle Cgil Cisl Uil Fials Nursind Nursing Up e Cisal, esprimono preoccupazione per quello che appare un tentativo di forzare le decisioni sulla privatizzazione del presidio.
Il destino dell’ospedale è ancora sospeso: congelata la manifestazione di interesse scaduta il 28 febbraio 2020 proprio all’inizio della pandemia, quando Cuasso venne rivalutato e rientrò nella rete dell’assistenza regionale, i suoi reparti attualmente sono vuoto e la loro funzione sospesa.
Regione Lombardia ha chiesto, attraverso l’Ats, di predisporre i 20 letti che potranno servire nella fase conclusiva del ricovero, durante la convalescenza, quando le condizioni di salute sono migliorate ma non è possibile rientrare al proprio domicilio.
Ma per i sindacati la procedura non è chiara: « Le discussioni, le analisi e le promesse sul futuro dell’Ospedale di Cuasso in questi anni non sono mancate – spiegano i sindacati – e, purtroppo, quello che l’Azienda si accinge a fare è anche il risultato di promesse mai mantenute. Per anni l’Ospedale di Cuasso è stato lasciato nel più completo abbandono. E’ arrivato il COVID ed i pochi pazienti no COVID rimasti vengono spostati altrove e la struttura organizzativa che supporta le attività sanitarie viene smantellata. Nel frattempo, l’ASST dei Sette Laghi spende 700.000 euro per l’adeguamento degli impianti idrici, elettrici e per l’acquisto di una nuova caldaia. L’Ospedale di Cuasso vuoto di pazienti ma ristrutturato diviene così appetibile e “dono perfetto“ per un privato di buona volontà, scelto secondo procedure di gara di appalto. Il privato aggiudicatario incasserà dalla ASST dei Sette Laghi la modica cifra di 366.597,74 € in sei mesi, per la gestione di venti posti letto.
Ma non è finita qui. Giusto per non far mancare nulla a chi gestirà la struttura, l’ASST dei Sette Laghi si impegna (come risulta dal capitolato) a fornire presidi medici, farmaci e dispositivi di varia natura occorrenti per la cura dei pazienti, a cui si aggiunge la consegna dei dispositivi di protezione individuali per i dipendenti del privato impiegati presso l’Ospedale di Cuasso. E siccome l’uomo non vive di solo lavoro, è previsto anche l’alloggio gratuito per il personale del privato che si aggiudicherà la gara di appalto, il servizio di ristorazione a sei euro al pasto e la fornitura delle divise, nonché il lavaggio delle stesse, a due euro a divisa. Oltre che un buon affare per il privato ci sembra un caso di economie di scala, evocate spesso dal Direttore Generale, non certo pe l’ASST dei Sette Laghi e per la sanità pubblica.
L’ASST dei Sette Laghi considera la struttura di Cuasso come Ospedale di Comunità, ma nella realtà lo utilizza come una sorta di riserva nel momento in cui i posti letto negli altri Presidi si saturano e, di conseguenza, i pazienti in via di guarigione devono trovare un’altra collocazione. Le degenze di comunità sono altro, ovvero una struttura che opera principalmente prima del ricovero nell’ospedale per acuti, non dopo che tale evento si è verificato ed è in via di risoluzione. L’Ospedale di Comunità dovrebbe, quindi, essere un luogo in cui monitorare i malati di COVID (ma non solo) all’inizio dell’infezione, al fine di evitare il peggioramento e la conseguente saturazione dei reparti per acuti come ad esempio le terapie intensive. Inoltre, le degenze di comunità rafforzano le cure a domicilio, perché ne rappresentano il completamento, la diretta prosecuzione, rafforzando il ruolo e la funzione delle attività territoriali.
L’Ospedale di Cuasso potrebbe essere il candidato ideale per divenire un luogo ove si praticano le degenze di comunità, utile non solo ai cittadini della Valceresio, ma anche all’intera Provincia di Varese ed oltre. Ma, questa decisione, richiederebbe una lungimiranza che la Direzione dell’ASST dei Sette Laghi dimostra di non avere».
LA REPLICA DELL’AZIENDA
La replica dell’azienda spiega le decisioni maturate sulla gestione del presidio: «L’ospedale di Cuasso, in questa delicata fase, è a disposizione per le necessità legate alla gestione dell’emergenza. A questo scopo, il primo aprile scorso, ATS Insubria ha chiesto di approntare l’attivazione di un reparto di Degenze di Comunità di livello base per pazienti Covid asintomatici o paucisintomatici. Per darvi attuazione, ASST Sette Laghi ha indetto una gara d’appalto per la gestione temporanea di un servizio che resta comunque in capo all’Azienda.
Il personale infermieristico recentemente assunto dall’ASST è infatti destinato innanzitutto a garantire la copertura del turnover e a ripristinare in tutti i reparti la turnistica ordinaria, a garantire l’assistenza ad un numero ancora altissimo (circa 400) di pazienti covid, a mantenere a regime le sedute operatorie, a consentire l’attivazione della Terapia Intensiva Pediatrica al Del Ponte e a far fronte all’impegnativa campagna vaccinale anticovid.
Per quanto riguarda il futuro dell’Ospedale di Cuasso, l’ASST sta elaborando dei progetti che saranno oggetto di valutazione da parte degli enti competenti in materia di programmazione, Regione e ATS, che potranno esprimersi una volta che sarà superata l’emergenza.
L’ASST stigmatizza la continua diffusione di messaggi fuorvianti che, strumentalizzando e distorcendo informazioni, turbano la serenità del clima lavorativo in un momento di così grande e delicato impegno dell’Azienda per l’intera comunità».
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