Nuovo logo e nuovi progetti per il Gulliver: protagonisti i giovani e la prevenzione
E' stata presentata ufficialmente la "nuova identità visiva" del Centro Gulliver in un incontro che ha illustrato le nuove attività della storica realtà varesina del terzo settore
E’ stata presentata ufficialmente nella mattina del 13 aprile 2021 la “nuova identità visiva” del Centro Gulliver, nel corso di un incontro che ha illustrato le nuove attività della storica realtà varesina del terzo settore.
Il logo presentato, e il nuovo motto, raccontano di un processo di cambiamento iniziato due anni fa con “Progetto Sole” progetto finanziato da Fondazione Cariplo e ,che ha visto coinvolti tutti gli 83 dipendenti e i 50 collaboratori del centro, con la supervisione del team di Soleluna Comunicazione.
«Oggi è una giornata storica, da segnare sul calendario – ha spiegato Emilio Curtò, presidente del Gulliver – perché giunge a compimento un lavoro molto importante durato due anni, che ci ha visti confrontare insieme in diversi tavoli di lavoro, i cosiddetti “cantieri”. Obiettivo? Quello di cercare un nuovo posizionamento per Gulliver, per portarlo nei prossimi decenni, a rispondere sempre meglio ai nuovi bisogni del territorio. E ogni cambiamento richiede anche un segno esteriore. Mi sento di dire che l’identità visiva è l’ultimo tassello di questo puzzle. Lavorando con Gulliver infatti ho trovato una realtà molto forte che si occupa di cura, ma che dà anche grande spazio alla prevenzione. Proprio prevenzione sarà la parola chiave che ci accompagnerà nei prossimi anni. D’altra parte, per noi cura e prevenzione sono in stretta relazione, si può dire due gemelli della stessa madre: la nostra sensibilità verso la prevenzione nasce da anni di esperienza nella cura. Dunque, saremo sempre attenti, come in passato e se possibile ancora più oggi, alla cura delle persone meno fortunate, ma, d’ora in avanti, la nostra azione sarà rivolta anche e soprattutto alla prevenzione e ai giovani. Abbiamo una posizione proattiva che anticipa i disagi: abbiamo l’expertise, sappiamo riconoscere per tempo i sintomi. E più prevenzione oggi vorrà dire meno cura domani».
Sono 20 anni che il centro varesino dedica un occhio di riguardo ai giovani e alla prevenzione: «Da questo punto di vista, mi sento di dire che non siamo stati colti impreparati dalla pandemia perché di prevenzione di disagio giovanile parliamo da tempo» ha concluso Curtò.
UN LOGO E UN MOTTO PER IDENTIFICARE IL NUOVO GULLIVER
Il Gulliver, dunque, non sarà più solo “comunità che cura” perché è ora, e lo sarà ancora di più nell’immediato futuro, anche il luogo “dove la fragilità diventa forza”. Ecco il nuovo motto che accompagna il logo e ne racconta l’identità.
Per questo il logo contiene un uovo: un simbolo grafico che rappresenta allo stesso tempo fragilità (guscio) e forza vitale (interno). Il “puntino fucsia” è il punto in cui il guscio si frattura facendo uscire proprio tutta la sua energia vitale.
Un forte legame tra il punto di rottura e la sua forza. «Il compito del Gulliver – ha sottolineato maria Raffaella Valenti, direttrice del centro Gulliver – è quello di fare emergere questa energia vitale, altra faccia della fragilità. Mi piace ricordare una frase di Alejandro Jodorowsy: “Se un uovo viene rotto da una forza esterna, la vita finisce. Se viene rotto da una forza interna, una vita inizia. Le grandi cose iniziano sempre da dentro” »
La grafica è fresca per enfatizzare il “rinnovato” posizionamento di Gulliver a favore dei giovani. «Abbiamo scelto un carattere moderno e un colore vivace – sottolinea Dario Cazzola, amministratore di Soleluna Comunicazione – per esprimere energia e positività, forme morbide per sottolineare la capacità e la competenza propria di Gulliver di accogliere la fragilità, trasformandola in forza. Abbiamo poi scelto di inserire il pay off (Il motto, ndr) nel logo: un simbolo unico che possa raccontare tutto il percorso svolto».
Percorso che, anche nei confronti degli utenti, è già iniziato durante la pandemia: «Il consultorio non si è mai fermato in questo anno e mezzo – specifica la psicologa Valeria Genduso, responsabile del servizio – Gli incontri si sono trasferiti su zoom ma sono continuati regolarmente, anche in progetti specifici come Sociallab, che produce anche contenuti provenienti dai ragazzi».
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