Tornerà a splendere a Maccagno il “confine luminoso“
Verrà restaurata la piccola darsena di Pino che ospitava il faro acceso dai “finanzieri di mare“: serviva ai pescatori ma anche per illuminare i traffici del contrabbando. “Il ripristino delle tradizioni“
Pesca e contrabbando. Ci vogliono pochi giri di parole per spiegare come in tanti stavano in piedi dalle parti del confine più di cinquant’anni fa.
E proprio a queste due categorie di personaggi che animavano la vita spesso notturna della frontiera era diretto quel faro che al calare del sole si accendeva per delimitare le acque italiane da quelle svizzere, ma anche per illuminare quei tratti di riva dove passavano i traffici proibiti, soprattutto di sigarette.
Oggi c’è la volontà di rimettere a nuovo quel casotto in riva al lago a Pino, frazione del comune aggregato qualche anno fa e che è un ultimo scampolo di Lombardia prima del valico di Zenna: Regione Lombardia attraverso l’autorità di Bacino finanzierà la ristrutturazione della darsena dove si trovava il grande faro che dalla parte italiana veniva acceso verso la Svizzera.
«Era il “confine luminoso“. Di fatto grazie alla proiezione del il faro sulla costa piemontese tutti i pescatori sapevano che non sarebbero potuti andare più a nord», spiega il sindaco Fabio Passera, appassionato di storia locale che dopo una breve ricognizione con le memorie storiche del posto ha ricostruito anche un altro utilizzo del faro, quello per evitare il contrabbando via terra, cioè lungo le rive o nella parte superiore del paese dove specialmente d’inverno e con poche foglie sugli alberi diveniva un’impresa scampare alle luci fotoelettriche delle lampade contraeree “sparate“ per il controllo dei sentieri.
Così il faro lombardo attivato da Pino illuminava la costa piemontese e quello di Piaggio Valmara, a Cannobio rischiarava la “parte di qua” della sponda.
«Un particolare gustoso di questa storia riguarda il fatto che questo luogo era presidiato dalla Guardia di finanza di Mare, corpo dispiegato anche per le zone lacuali». Finanzieri di mare per il controllo delle frontiere particolari, quindi, dove terra e acqua si incontrano.
Il faro venne spento sul finire degli anni Settanta. L’intervento di ristrutturazione costerà 40 mila euro e riguarda la sostituzione della copertura in eternit che consentirà di vivere più da vicino quell’aura romantica che si respira al confine.
«Il ritrovo di questa darsena è un modo per ricordare anche la nostra storia che, ci piaccia o no, è legata anche dai traffici illegali. Da questo fascio di luce passa un pezzo di storia dei nostri luoghi che hanno fatto del contrabbando una ragione di vita e spesso di sussistenza per molte famiglie», conclude il sindaco Fabio Passera.
Servizio navale della Guardia di Finanza (da wikipedia)
Il Servizio navale della Guardia di Finanza è un servizio della Guardia di Finanza che ha lo scopo di contrastare il contrabbando marittimo e i traffici illeciti mediante l’esplorazione navale, in particolare il grande traffico internazionale di droga. Esercita inoltre le funzioni di polizia economica e finanziaria in mare.
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