Bar e ristoranti riaprono anche “al chiuso” ma molti faticano a trovare personale
Dal 1 giugno tornano possibili le consumazioni all'interno dei locali. Gli operatori: "In Italia mancano all’appello circa 150mila lavoratori"
![coronavirus riaperture Image by flockine from Pixabay](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2021/04/coronavirus-riaperture-image-by-flockine-from-pixabay-1217009.610x431.jpg)
Non solo terrazze e dehors con l’incognita del brutto tempo: a partire da domani si potrà tornare a sedersi, anche “al chiuso”, ai tavoli di bar e ristoranti. Un primo passo importante, in attesa degli allentamenti che potrebbero scattare con il passaggio in zona bianca, per uno dei settori più colpiti dalla crisi causata dalla pandemia.
Alla luce dei dati sui contagi, dal 1 giugno, si potrà quindi tornare a consumare cibi e bevande, servite anche all’interno dei locali pubblici.
“Sono stati mesi drammatici per il comparto della ristorazione, ma finalmente si comincia a guardare con fiducia ai prossimi mesi – sottolinea Roberto Calugi, Direttore generale di Fipe-Confcommercio, Federazione italiana dei Pubblici esercizi -. Nel Paese c’è una grande voglia di ripartire, gli italiani hanno voglia di riprendere in mano le loro vite e riappropriarsi dei luoghi della socialità. Ecco perché confidiamo in un rimbalzo molto positivo dopo questo lungo periodo di privazioni e solitudine”.
“Rimane, tuttavia, un’incognita che rischia di compromettere questa ripresa: mancano all’appello circa 150mila lavoratori. In particolare stiamo parlando dei 120mila professionisti a tempo indeterminato che nel corso dello scorso anno, a causa dei troppi impedimenti imposti alle nostre attività, hanno preferito cambiare lavoro e interrompere i loro contratti. Si tratta di cuochi e bar tender di lunga esperienza, attorno ai quali, spesso, sono state costruite intere imprese. A questi si aggiungono altri 20mila lavoratori che lo scorso anno lavoravano a tempo determinato e che oggi, anche alla luce dell’incertezza sul futuro, potrebbero preferire strumenti di sostegno al reddito, invece di un vero impiego. Per invertire questo trend e rendere nuovamente la ristorazione attrattiva soprattutto per le figure più professionalizzate, è importante che la politica dia un segnale di fiducia, ribadendo che il processo di riapertura sarà irreversibile”.
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