Basta aggressioni agli operatori sanitari, i sindacati chiedono di incontrare i vertici dell’ospedale di Gallarate
Secondo AlCobas e Cub Sanità c'è un vero e proprio caso Gallarate: "Personale non più disponibile a lavorare in condizioni di pericolo e insicurezza"
Il personale del Pronto Soccorso dell’ospedale di Gallarate, e in particolare quello che opera al triage, non ne può più e chiede maggiore sicurezza, dopo tante le aggressioni subite nell’ultimo periodo. Il problema della sicurezza degli operatori sanitari è un tema estremamente caldo ed attuale.
I sempre più frequenti episodi di violenza provocano negli operatori una forte percezione di pericolo con molteplici effetti collaterali come ansia, rabbia, senso di ingiustizia, sfiducia nei confronti delle istituzioni aziendali e della dirigenza.
Il sindacato A.L. Cobas – Cub Sanità ha chiesto un incontro urgente ai dirigenti dell’ospedale per valutare congiuntamente gli interventi idonei a tutelare la sicurezza degli operatori del Pronto Soccorso: «A monte delle difficoltà in cui opera il personale dei Pronto Soccorso ci sono le scelte politiche degli ultimi 30 anni che hanno drasticamente penalizzato, con tagli di risorse e personale, la Sanità Pubblica a tutto vantaggio dei profitti della Sanità Privata. Ma la gravità delle aggressioni, delle violenze e degli insulti nei confronti del personale del Pronto Soccorso dell’Ospedale S. Antonio Abate ha fatto parlare sugli organi di stampa locale di un vero e proprio “caso Gallarate”» – commentano i sindacalisti.
A.L. Cobas e Cub Sanità chiedono ai vertici aziendali di non eludere il problema o pensare che possa essere risolto con misure inadeguate come quelle finora adottate: «Spesso gli aggressori sono persone affette da gravi patologie psichiche o disagio sociale che cercano nei locali del Pronto Soccorso un luogo in cui trascorrere la notte. Per tali ragioni sono sicuramente necessari ed urgenti provvedimenti per contrastare l’ingresso di persone estranee al Servizio di Pronto Soccorso e consentire al personale di lavorare in serenità, ma devono essere messi in campo anche interventi di carattere sociale/assistenziale da parte delle istituzioni preposte, a partire dal Comune di Gallarate. I medici, gli infermieri, il personale ausiliario dell’ospedale di Gallarate non sono più disponibili a lavorare in condizioni di pericolo e insicurezza».
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