Busto Arsizio e il tema della sicurezza, se ne parla con il sindaco Antonelli e PoliticaMente
L’appuntamento è su Zoom il prossimo venerdì 21 maggio, alle 20.45, per il quinto incontro organizzato dall'associazione che si occupa di politica e società
Anche negli ultimi mesi, i media locali hanno descritto, a più riprese, episodi di aggressioni, rapine, violenza domestica, risse e situazioni di degrado tipiche di alcune piazze o quartieri di Busto Arsizio, che hanno riportato alla ribalta della cronaca un tema dominante per la vita della città: quello della sicurezza urbana.
L’argomento è complesso e controverso, perché al cittadino comune mancano gli elementi per comprendere se si tratti di episodi isolati, sostanzialmente fisiologici per un centro abitato di oltre 80mila abitanti, oppure se il problema sia più radicato e derivi da una sovrapposizione di fattori – come la congiuntura economica, l’impoverimento culturale della società o forse un deficit istituzionale nella cura, nella pianificazione e nella gestione città e degli elementi indispensabili alla sua messa in sicurezza – destinati ad avvitarsi su se stessi in una pericolosa escalation.
La famosa teoria delle “broken windows”, infatti, si basa sull’assunto che il disordine e il crimine siano strettamente collegati da un rapporto di causa ed effetto, e usa la metafora della “finestra rotta” che, se non viene riparata, produrrà altre finestre rotte, con un progressivo degrado e un crescente stato di abbandono di quell’area urbana.
La confusione e la preoccupazione dei cittadini, poi, si amplificano quando le vittime di certi fatti di cronaca sono donne, persone anziane, minori e soggetti deboli o diversamente abili. E sull’onda dell’emotività è facile cadere nella retorica di una lettura enfatizzata e schematica, avulsa dal contesto e povera di riferimenti che possano aiutare a capire davvero la complessità del problema.
Il risultato è che si rafforza la percezione soggettiva di una diffusa insicurezza, mentre non vengono considerati con sufficiente risalto gli interventi positivi di contrasto alla criminalità, di riqualificazione urbana e di implementazione delle misure di sicurezza che potrebbero contribuire a infondere maggiore serenità nei cittadini.
Sorge dunque spontanea una domanda: Busto Arsizio è una città sicura per tutti, oppure il vulnus esiste davvero – in particolare per alcune categorie di persone – e occorre, quindi, ammetterlo e cominciare a studiare una strategia di interventi pubblici per porvi rimedio?
A queste domande, e a tante altre, cercherà di dare risposta l’associazione politico-culturale PoliticaMente, con l’aiuto del Sindaco di Busto Arsizio, Emanuele Antonelli, della psicologa e psicoterapeuta Margherita Branca e della giornalista e responsabile di Informazioneonline.it Marilena Lualdi.
L’appuntamento è su Zoom il prossimo venerdì 21 maggio, alle 20.45, per il quinto incontro organizzato da PoliticaMente, intitolato “(In)sicurezza in città” e moderato come di consueto da Francesco Anfossi, giornalista e caporedattore di Famiglia Cristiana.
Spiega Salvatore Loschiavo, ideatore del progetto e fondatore di “PoliticaMente”: «Il rischio più concreto per la nostra democrazia è che gli elettori votino “con i piedi”: un’espressione tranchant, ma comprensibile a tutti, che uso volutamente per indicare la scarsa consapevolezza con cui molto spesso le persone, e i giovani in particolare, si apprestano al voto. Arrivare al seggio dopo essere stati bombardati da una sassaiola di notizie incomplete, contradditorie, di parte quando non addirittura false, mal si concilia con un voto cosciente e consapevole, e quindi davvero libero. I social sono una parte del problema, ma molto occorrerebbe fare anche per fornire alle persone gli strumenti corretti per interpretare con chiarezza la realtà.
Ed è questo che “PoliticaMente” intende fare con questo ciclo di conferenze online, aperte a tutti, e con i tanti
progetti che abbiamo in cantiere per il futuro».
Per partecipare e registrarsi:
urly.it/3ca9p
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