La Madonnina tornerà in vetta al Campo dei Fiori
Arrivato il via libera dalla Sovrintendenza. Conclusi i delicati interventi di ristrutturazione, ora la statua potrà essere ricollocata in cima alla colonna
Il via libera della Sovrintendenza è arrivato proprio il giorno dedicato alla “Madonna di Fatima”, il 13 maggio. I lavori per riportare in vetta al Campo dei Fiori la Statua della Madonna potranno concludersi, dopo l’intervento straordinario di restauro portato avanti dall’amministrazione di Luvinate. “Siamo lieti che l’autorizzazione sia arrivata in Comune in un giorno speciale per la devozione mariana. Ci attiveremo ora –sottolinea il sindaco Alessandro Boriani- per portare a compimento l’iter. La Vergine ritornerà così in cima alla nostra montagna. Ringrazio lo staff di professionisti che ci ha accompagnato in questo lungo e talvolta complicato percorso di recupero. Nelle prossime settimane –conclude Boriani- avvieremo i lavori, che contiamo di concludere entro e non oltre l’estate. Potremo così pensare ad un adeguato momento celebrativo, anche invitando l’Arcivescovo di Milano”
La statua era stata rimossa per motivi di sicurezza nel 2013 dopo alcune segnalazioni arrivate in Comune: “Da lì è iniziato un percorso abbastanza articolato di ricerca documentale per capire quale fosse la modalità più opportuna per procedere, ricostruendo la storia della statua, a partire dalla proprietà del manufatto e dal percorso che ne aveva portato la collocazione in quel luogo. Ringrazio le realtà che hanno dialogato e collaborato con noi -continua il sindaco – : l’Osservatorio Astronomico, gli Amici Campo Fiori, il Cai Varese, gli Alpini di Varese, Protezione Civile Valtinella e ovviamente l’Ente Parco Campo dei Fiori”. E’ stato così costituito un team di professionisti incaricati dal Comune per il progetto di ricollocazione: architetti Alberto Bertolini e Alessandra Galli, con Cristiana Alexy; consulente per le strutture ingegnere Marco Carcano e dottoressa Maria Pia Navire, restauratrice.
LA STORIA DELLA STATUA
La Colonna della “Regina Angelorum” è ubicata nel territorio montano del Comune di Luvinate, lungo il sentiero 1 del Campo dei Fiori, a circa 1100 m di altitudine ed era stata realizzata – come riportato sul retro del piedistallo in pietra – nel 1938. Fu poi modificata, su iniziativa del Direttore del Centro Geofisico Prealpino, Salvatore Furia, nel corso del 1968. Secondo le cronache degli anni 1965-67, la statua in terracotta venne realizzata da Luigi Tardonato per sostituire quella originaria in bronzo colpita e distrutta da un fulmine nel 1965. La statua del 1938, posta in cima alla colonna classica, era assai probabilmente in bronzo (lo scrivono anche le cronache dell’epoca), o di un altro materiale rivestito con lamina di bronzo o dorata. La statua di Tardonato del ’68, invece, fu realizzata in terracotta di colore rosso naturale, probabilmente di proporzioni del tutto simili a quella del ’38. Tra gli elementi originari, vi erano alcuni elementi a forma di “cuscino” o di “nuvola”, dal quale emergevano in rilievo alcune teste di angioletti. Nella Colonna votiva del 1968 non compare più questo elemento a forma di nuvola con teste di angioletti. Si può dedurre che l’artista, dopo essere stato incaricato nel 1965 di rifare completamente la statua distrutta dal fulmine, avesse pensato di cambiarne sia il materiale (con la più economica terracotta al posto del bronzo, forse anche in omaggio al materiale costitutivo delle sculture delle cappelle al Sacro Monte) sia in parte l’aspetto: la Madonna di Tardonato ha infatti il capo scoperto con i capelli lunghi e sciolti come quelli di una ragazza semplice, mentre la precedente, più “ieratica”, aveva la tunica che le copriva la testa.
I LAVORI DI INTERVENTO AVVIATI DAL COMUNE DI LUVINATE
La statua della Madonna è andata in seguito incontro al degrado nel giro di poco più di quarant’anni, tanto che si è deciso di rimuoverla nel 2013, su ordinanza del sindaco di Luvinate, per motivi di sicurezza. L’intervento di restauro è stato curato dalla dottoressa Maria Pia Navire. La statua in terracotta si presentava crepata e frantumata in circa 30 pezzi, concentrati soprattutto nella porzione inferiore. Questo è anche una conseguenza del fatto che nel 1968 la base della statua era stata fissata al capitello con un “bulbo”in cemento di circa 30 cm che aveva molto probabilmente causato le crepe di rottura nella terracotta. Il resto del degrado è stato inoltre provocato dalla pioggia e dall’umidità , oltre che dalla neve e dal ghiaccio che si depositavano alla base della statua.
IL PROGETTO DI RICOLLOCAZIONE
La proposta, studiata dagli Architetti Bertolini e Galli e su cui è arrivato il via libera della Sovrintendenza, prevede dunque il riposizionamento della statua restaurata in cima alla colonna classica e al suo piedistallo in pietra esistenti, così da ripristinare integralmente la fisionomia del monumento sacro così come configuratosi nel 1968, con però alcuni interventi migliorativi: la rimozione completa del “bulbo” in cemento (diametro 30 cm, altezza 30 cm) esistente in cima al capitello e l’inserimento di un perno in acciaio zincato saldato dove appoggiare una struttura di sostegno per la statua, composta da 4 tubolari di ferro. Tale struttura terrà sollevata la statua di qualche centimetro così da consentire l’areazione all’interno della cavità della statua, facilitando il passaggio dell’aria e la opportuna asciugatura. Una piccola rete, posta alla base, eviterà inoltre che all’interno della statua si introducano animali, insetti o eventuale materiale vegetale, come in passato, lasciando fuoriuscire l’acqua di condensa che dovesse formarsi all’interno.
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