Le persone non si rottamano. La bella lezione di Sodalitas
Quanto valore c'è nelle persone con grande esperienza e quanto ancora possono fare per gli altri, per la società e l'economia di un Paese: ecco perché le parole sono importanti
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Tra i tanti danni fatti dalla politica – non da tutta, naturalmente, ma dal modello dominante – c’è anche la corruzione del linguaggio. Un tempo c’erano le convergenze parallele che al massimo mettevano in crisi i fondamenti della geometria classica, riuscendo al contempo a strappare qualche sorriso e commento ironico, senza però fare altri danni.
Con il tempo il linguaggio della politica, senza distinzione di schieramento, ha purtroppo imboccato una strada lastricata di metafore tossiche e di cattivo gusto, dimenticando che chi ha un ruolo pubblico non ha solo il diritto di parola ma anche il corrispondente dovere di parlare con senso di responsabilità.
Sui social leggiamo di “asfaltare” o ” annientare” l’avversario di turno a colpi di battute, che poco hanno a che fare con la politica nel senso più nobile del termine. Una delle peggiori metafore partorite dalla politica è relativa alla rottamazione delle persone, applicata ad avversari politici, dirigenti o pretendenti al trono del partito di turno. Metafora che ha subito infettato il linguaggio comune entrando a pieno titolo nelle narrazioni senza però la necessaria consapevolezza delle implicazioni.
La realtà ci dimostra che dietro quella metafora, che manifesta il desiderio di sbarazzarsi di qualcuno per raggiunti limiti di età o perché non ritenuto più utile alla società, come se fosse un oggetto, oltre a mancare un sistema di valori morali, manca totalmente la considerazione del valore della persona, dell’esperienza, del sapere acquisito e dell’importanza e utilità strategica che tutto questo ha per la società.
METTERSI A DISPOSIZIONE DELLA COMUNITÀ
La prova provata, non l’unica naturalmente, ce la fornisce la Fondazione Sodalitas di Varese che ha da poco presentato il proprio bilancio annuale in termini di attività e progetti realizzati insieme alle scuole del territorio.
Si tratta di un’organizzazione costituita da manager volontari, non più in servizio presso aziende o enti, che si mettono gratuitamente a disposizione degli studenti, con tutto il loro prezioso bagaglio di esperienza e di conoscenza di imprese e aziende, per fare formazione.
Nell’ultimo anno hanno seguito e guidato 310 progetti di nuove startup realizzati da 1.440 studenti delle scuole superiori di 11 diversi istituti scolastici della provincia di Varese. «Con gli studenti abbiamo analizzato le trasformazioni tecnologiche, sociali ed economiche per individuare i vari settori dove poter realizzare un’impresa -spiega Francesco Carvelli, curatore del progetto Startup -. Si è lavorato in team, perché se vuoi andare veloce lavori da solo, ma se vuoi andare lontano lavori in gruppo».
L’elenco delle attività, stilato da Alessandro Cajelli, responsabile di Sodalitas Varese, comprende anche la consulenza a cooperative tradizionali per le certificazioni e inserimento persone fragili, corsi e seminari per studenti e insegnanti e collaborazioni con enti pubblici per lo sviluppo dell’imprenditorialità.
I manager di Sodalitas, scampati alla rottamazione, insegnano ai ragazzi ad avvicinarsi nel modo giusto al mondo del lavoro, a scrivere un curriculum corretto, a sostenere un colloquio di lavoro. «Il nostro scopo – sottolinea Daniela Fagnani – è gettare un ponte tra mondo scolastico e mondo del lavoro. In quest’ottica abbiamo rivisto anche il nostro modo di intervento che è fatto di molto ascolto, evitando lezioni di teoria molto lunghe, chiedendo ai ragazzi di interagire e di esprimere la loro posizione, fare domande e sollecitare esempi. Li facciamo ragionar sulle competenze, su cosa cercano le aziende facendogli fare esercizi pratici».
Altro che rottamazione.
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