“L’età dell’eccellenza”, il libro di Mauro Porcini tra unicorni e innovazione
Il Senior Vice President e Chief Design Officer di PepsiCo, nato a Gallarate e cresciuto a Varese, sarà in diretta sulla pagina Facebook di VareseNews martedì 25 maggio dalle 18.30 per presentare il suo libro, edito da Il Saggiatore

Una ricerca continua, la fiducia nell’uomo, la curiosità di innovare in un’epoca dove la mediocrità non ha più spazio per emergere. “L’età dell’eccellenza. Innovazione e creatività per costruire un mondo migliore” di Mauro Porcini, Senior Vice President e Chief Design Officer di PepsiCo a New York, è un libro ricco di spunti, suggestioni, immagini, idee. Giunto alla seconda ristampa in pochi giorni dall’uscita, è già in cima alle classifiche di vendita sulle varie piattaforme di e-commerce.
L’ingegnere nato a Gallarate e cresciuto tra le Bustecche e Bizzozero a Varese, prima di decollare verso le metropoli, Milano e New York, lo ha scritto mettendoci testa e cuore, elementi che accompagnano il suo lavoro da sempre. Nelle 510 pagine (edito da Il Saggiatore, 25 €) racconta la sua parabola fatta di successi ed esperienze in grandi aziende, la 3M e PepsiCo, ma anche gli inizi da studente appassionato e assetato di nuove avventure. C’è anche molta Varese nel suo racconto, il legame con la terra che lo ha visto nascere, l’educazione e l’ispirazione che arriva dai suoi genitori, il rapporto con suo fratello Stefano, la passione per il design thinking e molto altro.
Mauro Porcini sarà con noi in diretta sulla pagina Facebook di VareseNews martedì 25 maggio alle 18.30, quando ci sarà la possibilità di ascoltarlo dal vivo e fargli qualche domanda.
«Non è più tempo per i prodotti mediocri, il momento straordinariamente dinamico che stiamo vivendo è davvero magico. Lo vedo ogni giorno intorno a me, a New York: la città, dopo la crisi pandemica, sta rinascendo. Si sente un’energia particolare nell’aria, c’è una nuova vitalità. Qui in USA la campagna vaccinale ha dato una spinta forte in questo senso, il cambio di passo c’è stato ed è stato veemente. Le mascherine ne sono il segno: a New York le indossavano tutti, ora all’aperto se ne vedono pochissime, un segno concreto che la situazione va migliorando», ci ha detto Porcini in una chiacchierata tra un’intervista e una registrazione.
«L’Italia per uscire dalla crisi deve contare sulle sue basi solide, l’arte, la bellezza del paesaggio, la cucina, caratteristiche che unite al saper fare hanno reso inconfondibile il brand culturale italiano nel mondo. Ma questo non basta più, per confrontarsi in un contesto globale, serve fare sistema, mettere da parte gelosie e invidie e soprattutto liberarsi da quel pessimismo di fondo che permea l’atteggiamento italiano negli ultimi anni. Serve ottimismo, immaginare che tutto è possibile, sognare. Gli americani hanno tanti pregi e tanti difetti, ma quello di pensare positivo è un plus da imitare», prosegue il designer italiano.

«Per sognare e innovare serve fare un percorso duro, fare rinunce, scelte difficili. Quando parlo degli “unicorni” parlo di persone che sanno porsi le domande giuste, trovano le risposte adeguate e poi rischiano per innovare. Sono le persone che fanno la differenza, questo molte aziende lo hanno capito, molte altre no e affidano i processi di innovazione ad agenzie strapagate che parlano di processi, procedure, pratiche, senza contare che sono le donne e gli uomini che si scelgono i protagonisti del cambiamento. Nei miei team di lavoro – spiega Porcini -, scelgo da sempre le persone in base a diversi criteri, alle capacità, alle skill di ognuno, ma anche in base alla loro bontà. Sono allergico ai cattivi, me lo hanno insegnato i miei genitori, sono convinto che la cattiveria rovini l’ambiente lavorativo e e rallenti la produttività. Se c’è una persona buona di fianco a noi, si ha fiducia in lei, questo è uno dei segreti perché una squadra possa avere successo. Tutto si muove alla velocità della luce, non ci possiamo permettere di non avere team coesi e che lavorano in armonia».
«Cosa consiglierei ad un giovane che vuole diventare designer e innovatore? La prima cosa che mi sento di dire è di non cercare la fama, il successo, i soldi. Se si parte con questo obiettivo, si rischia più facilmente di fallire. Va cercata la felicità, vanno alimentate cultura, sapere, curiosità. Bisogna sognare e non smettere mai di imparare e confrontarsi con il resto del mondo – continua Porcini -. Essere brave persone è un ottimo inizio e se si è buoni si influenzano anche gli altri, creando un circolo virtuoso. È sicuramente bello avere soldi, fama e successo, ma solo se si vive tutto ciò come se fosse un accessorio in più per la propria esistenza. Se diventa un’ossessione, si vive male. Bisogna uscire dalla propria zona di comfort, dare agli altri, aprirsi. Solo così si può vivere da protagonisti questa età dell’eccellenza».
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