Quando lo scudetto arrivò in città: 60 anni fa il primo storico trionfo della Ignis Varese

Nella primavera del 1961 il primo dei dieci successi tricolori della Pallacanestro Varese. Con Zorzi in campo, Garbosi in panchina e patron Giovanni Borghi nacque il mito gialloblu

Pallacanestro - Ignis 1961

La prima volta non si scorda mai. La bacheca – poi divenuta molto ricca nel corso delle stagioni successive – della Pallacanestro Varese veniva inaugurata giusto sessant’anni fa.

Nell’aprile del 1961, il campionato Elette, come si chiamava allora, vide infatti trionfare la Ignis Varese che fino a quel momento non era ancora riuscita a conquistare un titolo nazionale. I gialloblù si lasciarono alle spalle le due rivali di quella stagione (e di molte altre a venire): la Virtus Bologna, sponsorizzata Idrolitina, e l’Olimpia Milano, al quinto anno col marchio Simmenthal, allenata dal leggendario Cesare Rubini.

Il tricolore dei canestri rimbalzava tra Milano e Bologna da ormai 15 anni, e finalmente, nel 1961, l’obiettivo del patron Borghi di portare i nomi Ignis e Varese sul tetto d’Italia venne raggiunto.

CON BORGHI NASCE LA IGNIS

Quando infatti nel 1956 Giovanni Borghi acquistò la società, sfidare il duopolio Milano-Bologna ai vertici della pallacanestro nazionale poteva sembrare un’idea fuori portata. Ma non per il padrone della Ignis, ambizioso oltremodo, sia a livello sportivo sia imprenditoriale.

I colori sociali della squadra – fino ad allora biancorossi come quelli cittadini – diventarono gli stessi della sua impresa: il giallo e il blu, e anche il marchio sulla maglia cambiò, assumendo un nominativo che oggi è leggenda. Nacque così la Ignis Varese, destinata a dominare in Italia e in Europa per i successivi vent’anni. Anche l’allenatore venne scelto da Borghi stesso che – al posto di Amerigo Penzo – ingaggiò il veneziano Enrico Garbosi, l’uomo a cui ancora oggi è intitolato il celebre torneo varesino di pallacanestro giovanile.

IL GRANDE SALTO

Nel ‘57 e nel ‘58 per la Ignis arrivarono due quinti posti, troppo poco per le ambizioni del “cumenda” che, nonostante ciò, continuò nell’opera di rinnovamento della squadra. Varese si assestò quindi dietro a Milano e Bologna nei due campionati successivi, e così per la stagione 1960-1961 tutto sembrò pronto per il grande salto.

Il gruppo ai comandi di coach Garbosi era guidato da due futuri hall of famer del club: Tonino Zorzi, alla settima stagione con la maglia di Varese e Gabriele Vianello, tiratore mancino, che sarà il miglior marcatore della prima Ignis campione d’Italia. I nuovi acquisti furono invece il rosetano Remo Maggetti e il lungo Gabriele Gavagnin, reduce dell’esperienza olimpica con la nazionale (in cui c’era anche Vianello) classificatasi quarta ai Giochi Olimpici di Roma.

IL FILM DEL CAMPIONATO

Il terzetto formato da Varese, Milano e Bologna viaggiò a braccetto in testa alla classifica fino agli scontri diretti. Varese batté Milano all’ottava giornata, in quella che fu una partita in qualche modo storica: la prima in assoluto che l’Olimpia gioca al PalaLido subito profanato nel derby lombardo. Milano perdette anche contro Bologna che, sul parquet del PalaDozza all’ultima giornata del girone d’andata fece lo sgambetto anche la Ignis, costretta alla prima sconfitta stagionale. Da lì in poi però il percorso di Zorzi e compagni sarà netto. Mentre l’Ignis continuò a macinare successi, la Virtus (in cui milita un ventenne Dado Lombardi) inciampò sui campi della Stella Azzurra Roma e della Libertas Livorno, prima di perdere anche in casa del Simmenthal. Così, il 26 marzo 1961, al “Parini” di Cantù (la palestra utilizzata dai brianzoli prima della costruzione del “Pianella” ndr), Varese sconfisse 79-84 i rivali biancoblù e si aggiudicò in un colpo solo derby e scudetto, il primo della sua storia.

CHIUSURA IN BELLEZZA

Nonostante il tricolore fosse già in tasca, c’era ancora l’ultima giornata da affrontare. Il 1° aprile 1961 arrivò l’occasione di vendicare l’unica sconfitta subita in tutta la stagione, contro la Virtus. I lavori, a Masnago, per il futuro palazzetto erano appena iniziati, per volere del sindaco Lino Oldrini (a cui verrà intitolato l’impianto stesso): Varese era quindi di casa alla storica “Palestra dei Pompieri”, quella di via XXV Aprile.

L’Idrolitina venne sconfitta 85-76, e l’Ignis concluse il campionato con uno score di 21 vittorie e una sola sconfitta. Dopo aver fatto la spola per 15 anni tra Milano e Bologna, il tricolore cambiò così rotta e si fermà a Varese per la prima, ma non ultima, volta. Tre anni dopo, arrivò il bis sempre sul vecchio campo di gioco per poi spostarsi a Masnago. E gettare le basi per quella Valanga Gialloblù che dominò di prepotenza gli anni Settanta in Italia e in Europa.

IGNIS VARESE 1960-1961
4 Umberto BORGHI; 5 Giovanni GAVAGNIN, 6 Paolo MAGISTRINI, 7 Remo MAGGETTI, 9 Renato PADOVAN, 10 Gabriele VIANELLO, 11 Guido Carlo GATTI, 12 Tonino ZORZI, 13 Vinicio NESTI, 14 Mario ANDREO. All. Enrico GARBOSI.

CLASSIFICA FINALE
Ignis VARESE 43; Idrolitina V. Bologna, Simmenthal Milano 40; Levissima Cantù 34; Libertas Biella 33; Lanco Pesaro 32; Libertas Livorno, Stella Azzurra Roma, Petrarca Padova, 31; Migar Roma, Gira Lovari Bologna 29; Ginnastica Triestina 23.
Nota: 2 punti per vittoria, 1 punto per sconfitta.

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Pubblicato il 14 Maggio 2021
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