Lucia Uva e Alberto Biggiogero assolti per diffamazione, ecco perché

I fatti contestati durante la partecipazione a una trasmissione televisiva nel 2013 sul “caso Uva”. Prosciolti anche i giornalisti di un giornale on line per aver annunciato il servizio

Generica 2020

C’erano già le assoluzioni dei medici, ma il fronte relativo alle indagini sull’accertamento delle responsabilità di poliziotti e carabinieri in merito al “caso Uva” era ancora attivo, col Gip di Varese che si opponeva alla richiesta di archiviazione del Pm e chiedeva supplemento di indagini su quanto avvenne nella caserma dei carabinieri la notte fra il 13 e il 14 giugno 2008.

È dalla cornice nella quale si svolsero i fatti, – 12 anni fa, nel dicembre 2013, quando andò in onda su La 7 la trasmissione Linea Gialla – che si deve dunque inserire la decisione del Gup di Milano che ha prosciolto Lucia Uva, Alberto Biggiogero e altri 6 imputati fra conduttori televisivi, giornalisti e caporedattori della trasmissione televisiva nella quale vennero trattati gli argomenti contestati, oltre ai colleghi che confezionarono il “lancio“ della stessa trasmissione da parte di un quotidiano on line, sussidiario.net dall’accusa di diffamazione aggravata. A contestare il reato, sei fra agenti e militari che ritennero pesantemente diffamatorie le espressioni usate in quelle trasmissioni e il quell’articolo on line.

La sentenza pronunciata dal giudice dell’udienza preliminare Anna Calibi a Milano il 12 maggio scorso dunque è motivata dal fatto che «al momento della messa in onda del servizio e della pubblicazione dell’articolo era dunque aperto un procedimento penale afferente il fatto attribuito alle persone offese, in relazione al quale erano state disposte nuove indagini a seguito di una prima richiesta di archiviazione» e inoltre agenti e poliziotti in quel moneto erano iscritti nel registro degli indagati e la contestazione a loro carico atteneva fatti oggetto della denuncia di Lucia Uva e Alberto Biggiogero (difeso dall’avvocato Stefano Bruno).

Dunque, scrive il giudice, «le affermazioni rese da questi ultimi ai giornalisti nel corso dell’intervista sono quindi da inquadrarsi in una situazione di incertezza su quanto effettivamente accaduto quella notte: essi in modo accorato avevano sostanzialmente e pubblicamente richiesto di fare luce su una vicenda già stata valutata dal Gip come meritevole di approfondimento».

Oggi sappiamo invece come andò quella vicenda, a seguito della pronuncia della Cassazione che scagiona con formula piena agenti e poliziotti dall’accusa di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona ai danni di Giuseppe Uva, che morì in ospedale il mattino dopo a seguito di una crisi cardiaca.

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Pubblicato il 31 Maggio 2021
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