Metamorfosi urbana: il Palazzo più bello di Varese “buttato giù” per fare la piazza d’armi e il mercato
Tredicesima tappa della rubrica di Fausto Bonoldi, che racconta i "crimini" commessi in piazza Repubblica tanto tempo fa, ai danni del palazzo più bello di Varese e a favore di una piazza d'armi e del mercato bovino
Ogni lunedì, con una passeggiata virtuale, la rubrica “Metamorfosi urbana” vi racconta le trasformazioni che ha subito Varese negli ultimi cento anni, da quando cioè è diventata capoluogo di provincia. A firmarla è Fausto Bonoldi, storica firma del giornalismo varesino che su questo argomento, che tratta da anni nel gruppo Facebook La Varese Nascosta, ha scritto anche un libro, edito da Macchione, dal titolo “Cara Varese come sei cambiata“
Metamorfosi urbana, tredicesima puntata:
Il primo “crimine urbanistico” commesso dagli amministratori comunali di cui abbiamo notizia fu l’abbattimento del rinascimentale Palazzo Griffi, il Palazzo per antonomasia, così chiamato dai varesini perché considerato il più bell’edificio della città.
L’aveva fatto costruire, nel Quattrocento, monsignor Ambrogio Griffi, prima medico di fiducia e ambasciatore degli Sforza e sacerdote da quando, dopo essere stato da lui curato, Francesco della Rovere, eletto papa col nome di Sisto IV scelse come segretario particolare Leonardo Griffi, fratello di Ambrogio.
Il Palazzo, di cui resta solo una finestra gotica inscatolata nei magazzini del Museo di Villa Mirabello, fu demolito nel 1867 quando i pubblici amministratori decisero di ricavare una piazza d’armi per l’erigenda caserma Garibaldi e uno spazio per il mercato boario vale a dire dei bovini.
Quella di alloggio per i militari fu, dalla fine del Settecento, l’ultima destinazione d’uso dell’edificio, ribattezzato per ciò “il Quartiere”, che in precedenza, dopo esser stato adattato, nel 1734, a convento dei padri Gerolimini, aveva ospitato per dodici anni, dal 1779, il primo teatro di Varese, il Teatro ducale, patrocinato da Francesco III d’Este.
Molto più recente la demolizione delle basse case, di fronte alle quali si collocavano le bancarelle del mercato ortofrutticolo, che hanno fatto spazio, nell’ultimo decennio del Novecento, al complesso del Centro commerciale Le Corti. Il progetto, insieme a quello del parcheggio sotterraneo, fu approvato nel 1993 dalla Giunta presieduta dal leghista Raimondo Fassa, che aveva ereditato l’intervento dalla Giunta Bronzi, l’ultima della Prima Repubblica.
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