È morta Caterina Ossola, memoria storica della Ignis
Ci ha lasciati Caterina Ossola, un pezzo di storia del territorio e memoria della Ignis. Aveva 90 anni e da sempre viveva a Comerio

Ci ha lasciati Caterina Ossola, un pezzo di storia del territorio e memoria della Ignis. Aveva 90 anni e da sempre viveva a Comerio.
Quattro anni fa il nostro Roberto Rotondo andò a intervistarla perché lei aveva vissuto fianco a fianco con il commendatore Borghi e conosceva tutto della storica azienda.
“Sono entrata alla Ignis di Comerio a 16 anni, nel 1946, dopo le scuole medie, perché abitavo in paese e si era sparsa la voce che i Borghi di Milano, che qui avevano una casetta di vacanza, a Orocco, stavano facendo i fornelli a gas e li vendevano. Andai da loro, a imparare il mestiere di impiegata, ma nel 1948, quando iniziarono con i fornelli elettrici, una crisi di corrente in tutta Italia mandò in crisi la ditta”.
Non fu un momento facile…”Dovettero licenziare e mi lasciarono a casa, per due mesi, perché, mi dissero, avevo i genitori contadini e con la terra e le bestie potevano sfamarmi. Due mesi dopo, però, mi richiamarono e nel giro di poco tempo divenni la segretaria personale di Giovanni Borghi, mentre mia sorella si occupava della parte finanziaria. Ho vissuto anni incredibili a fianco di Borghi, in quest’azienda, mi ricordo tutto quello che è accaduto, alla Ignis, dal primo all’ultimo giorno, dalla a alla zeta”.
Caterina Ossola viene ricordata, da tutti i vecchi lavoratori, come il capo in pectore dell’azienda: la persona di cui Borghi aveva piena e incondizionata fiducia.
“Il primo vero successo arrivò con i fornelli a gas – racconta – entrammo nella rete commerciale di una grande società di gas con 53 concessionari e iniziammo a vendere il prodotto in tutta Italia. Arrivavano i camion, a Comerio, facevano la fila per prendere i fornelli. Iniziammo a ingrandirci, nacquero le cucine a gas e i frigoriferi; le fabbriche di Cassinetta, Siena, Napoli, Barcellona. Già nel 1954 mettevamo i compressori nei frigoriferi. Li producevamo inizialmente a Gavirate, in una ex caserma militare. Da Comerio Giovanni Borghi seguiva tutto, il papà seguiva l’andamento dei soldi, il fratello più giovane seguiva la produzione dei frigo e poi ci fu il fratello che morì in via Monte Ceneri a Milano schiantandosi in auto contro un tram”.
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