Il parkour, lo sport che aiuta a superare gli ostacoli
Fabio Saraceni, responsabile della ADD Roma e referente UISP per questa disciplina nella capitale, ci aiuta ad approfondire un'attività che sta prendendo sempre più piede
Il parkour è l’Art Du Déplacement, ovvero l’arte dello spostamento. Questo infatti è il nome originale e più utilizzato nell’ambiente dei praticanti. Una disciplina mentale e fisica, per Fabio Saraceni, referente parkour Uisp Roma e presidente dell’associazione ADD Roma, che allena il corpo e la mente con l’obiettivo di superare qualsiasi genere di ostacolo.
L’ADD (Art Du Déplacement) è considerata anche un’espressione artistica e, dopo aver passato un periodo sotto osservazione da parte di chi vedeva questa nuova pratica come inusuale, si è affermata diventando un punto di riferimento per molti appassionati.
La Uisp è stata tra i primi sostenitori del parkour, mostrandosi subito interessata agli aspetti valoriali portati avanti. «L’Uisp è stata uno degli Enti di promozione sportiva che per prima si è interessata al parkour per l’aspetto valoriale – spiega Saraceni – La maggior parte delle persone e altri enti invece hanno focalizzato la loro attenzione sulla novità sportiva, non preoccupandosi del mondo che c’è dietro, che è l’aspetto più importante della disciplina. Una delle cose che caratterizza la pratica del parkour Uisp è la non competitività. Nella Uisp infatti non ci possono essere gare di parkour e questa cosa è fondamentale per passare da un aspetto sportivo-performativo ad un aspetto sportivo-ludico-ricreativo, inteso come ricerca personale e non come vittoria su qualcun altro».
L’ADD Roma nasce come associazione nel 2013 e cresce sotto il cappello dell’Uisp. «È stata una cosa naturale. Questo perché ci ritroviamo fondamentalmente nei valori dell’ente di promozione. Nell’ADD si studia corpo e ambiente e, facendo interagire questi due elementi, si lavora sul movimento all’interno dell’ambiente. Quest’ultimo va inteso come ogni cosa che ti contiene. Quindi qualsiasi pezzo di città va bene, è fruibile per chi pratica parkour. Bisogna invece specificare la percezione che hanno le persone rispetto a questo sport. In un primo momento c’è stato un po’ di sospetto perché era una novità considerata “strana”, poi, attraverso molti video su internet e pellicole nei cinema, c’è stato un riconoscimento e molta curiosità riguardo alla disciplina. Negli ultimi anni però la tendenza si sta invertendo (forse anche a causa del covid-19), c’è stata una regressione seguita da un po’ di ostilità per l’utilizzo dello spazio pubblico».
Ma il futuro per questo sport che sconfina nell’arte sembra promettere bene, grazie ad un movimento in crescita e alla volontà di trovare nuovi modi di praticare sport, non per forza con la competizione al centro.
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