Prati fioriti e ospitalità inattesa, nella terza tappa del Cammino dei Briganti
Un cammino è fatto prima di tutto di strada, poi d'incontri con le persone. Vale ancora dei più per i cammini che si stanno consolidando e stanno "reinventando" i luoghi
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Un cammino è fatto prima di tutto di strada, poi d’incontri. Spesso sono quelli della sera, all’accoglienza per la notte o a cena. Poche ore da passare insieme, per incrociare storie.
Vale ancora di più sui percorsi, come il Cammino dei Briganti, che si stanno ancora consolidando.
Così il mattino per Cristian e Stefano si apre con la foto ricordo con la signora Lucia e sua figlia Costantina, che hanno offerto grande ospitalità. «Ancora tante grazie per la calorosa ospitalità e per le belle chiacchierate ed un grande in bocca al lupo al signor Alfredo». In parte l’accoglienza si basa su strutture esistenti, in parte su punti d’appoggio «pensati per il cammino, che hanno chiesto la partecipazione di gente del posto».
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Si parte alla volta di Cartore, nel Lazio, sotto il massiccio del Monte Velino.
«Prima parte del cammino a fondovalle lungo il corso del fiume Salto, tra prati fioriti con colori da cartolina, poi su fino a Villarose e poi su ancora fino a Spedino: pausa pranzo al bar del signor Valerio, unico bar di questo borgo di circa 40 anime».
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«Dopo aver recuperato le energie – raccontano Cristiane e Stefano, da Gallarate – siamo ripartiti per Cartore dove ci attendeva il signor Maurizio». Cartore è un pugno di case in pietra tra i prati, una strada di ciottoli. Maurizio è l’ospite di giornata: «Si è reso disponibile ad ospitarci in quella che sarebbe dovuta diventare la scuola di Cartore, ma che in seguito allo spopolamento del borgo (ormai quasi disabitato) è diventata casa dei suoi genitori; grazie alla sua ospitalità abbiamo la possibilità di effettuare domani la parte più impegnativa del cammino e cioè la salita al lago della Duchessa».
La tappa misura 16,6 km, con 440 m di salita 440 e 330 m di discesa.
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