Rari e preziosi: grazie di cuore agli infermieri nella giornata internazionale
La mancanza di professionisti costringe l'agenzia per il lavoro Openjobmetis a cercarli in Albania e Romania. È ormai chiara la necessità di investire maggiormente sulla professione
Circa una trentina di infermieri reclutati a fronte di una richiesta di oltre 300. L’emergenza sanitaria che ha travolto il paese nell’ultimo anno ha reso evidente quello che da anni si lamentava senza troppo seguito: la mancanza di professionisti della sanità. In questi mesi, Openjobmetis è riuscita a reclutare una trentina di professionisti su tutto il territorio nazionale a fronte di una domanda, nella sola Lombardia, di gran lunga maggiore.
In occasione della Giornata Internazionale dell’Infermiere, Danilo Arcaini Responsabile della Divisione Sanità di Openjobmetis SpA., racconta la crisi profonda che ha colpito il settore, dove si è innescata una fuga vera e propria dal privato verso il pubblico: « Siamo tornati ai livelli di quindici anni fa – racconta il responsabile della divisione sanitaria di Openjobmetis – tra il 2004 e il 2010 siamo stati costretti ad andare all’estero per reperire 2500 figure di cui la sanità pubblica e privata aveva bisogno. Così anche oggi, siamo in contatto con l’Università di tornare Vergata che ha un istituto a Tirana in Albania e con la Romania. Selezioniamo personale qualificato nel proprio paese d’origine, lo formiamo con un breve corso per permettere di sostenere l’esame dell’Ordine professionale, necessario per l’ingresso nel mondo del lavoro».
La carenza di infermieri è nota da tempo, i parametri nel pubblico tra professionisti e letti di degenza è elevato: « Questa emergenza ha reso evidente lo squilibrio e la necessità di rivedere stime e accessi ai percorsi formativi . Gli ospedali pubblici hanno drenato tutte le forze che c’erano sul territorio, svuotando sia gli ospedali del privato sia, soprattutto, le residenze socio sanitarie. Entrare nel servizio pubblico rimane il coronamento del sogno professionale quasi per tutti: non è una questione economica perchè, bene o male, i contratti sono equiparati. Sono le garanzie del lavoro, la flessibilità, il part time che il comparto pubblico ha ormai adottato stabilmente».
Danilo Arcaini
Per questo motivo, ogni bando di concorso promosso da un’azienda pubblica ottiene una partecipazione massiccia, numeri incredibili con 1000, 1500 candidati per tre posti ( anche se poi le graduatorie vengono esaurite in poco tempo) fino agli 9.000 del concorso dell’ospedale Brescia di qualche anno fa o i 10.000 di Bari del febbraio scorso: « Non si tratta – spiega Danilo Arcaini – di infermieri a casa senza lavoro. Sono per lo più professionisti che vogliono migliorare la propria posizione, passare al pubblico o anche stabilizzarsi. Oggi, l’offerta è molto più elevata della domanda e il personale ha ampia facoltà di scegliere le condizioni che preferisce».
L’importanza della figura dell’infermiere è ormai evidente a tutti e la necessità che si amplino le maglie dell’accesso alla professione un’esigenza: « La pandemia ha dimostrato che per aprire posti letto occorre avere specialisti, medici, infermieri e anche operatori socio sanitari. Il sistema italiano, però, dobbiamo dire che ha retto, se guardiamo ad altre realtà. La capacità di reagire, di essere flessibile, di trovare risposte nuove ai bisogni crescenti è sotto gli occhi di tutti. In futuro, però, mi auguro che il comparto possa contare su un numero di professionisti maggiore perchè la richiesta c’è e l’urgenza è possibile in ogni momento».
Oggi gli infermieri hanno ancora un compito complesso da portare avanti, divisi tra le corsie degli ospedali e la campagna vaccinale. C’è anche la figura dell’infermiere di famiglia, che Regione Lombardia vuole introdurre al più presto, per un discorso di prevenzione e di cura diffusa sul territorio. Al momento è un progetto tutto da costruire. A iniziare dal numero di professionisti a disposizione.
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