Scontro con Lega e vertici Rai, continua la polemica dopo il discorso di Fedez al Concertone
L'artista ha denunciato il tentativo di censurare il suo intervento. Sul palco ha attaccato la Lega e in particolare il tentativo di ostacolare il Ddl Zan contro l'omofobia
Non si placa la polemica attorno al Concerto del Primo Maggio e in particolare al discorso tenuto da Fedez durante la sua esibizione. Il cantante ha accusato i vertici di Rai3 di aver messo in atto un tentativo di censura nei suoi confronti per i contenuti del suo intervento ritenuti, a detta dell’artista “poco opportuni”.
Sul palco Fedez ha accusato la politica (“Caro Mario”) di aver dimenticato i lavoratori dello spettacolo e di non aver dato priorità alle esigenze di una categoria in estrema difficoltà, l’attacco più duro è stato rivolto però alla Lega e ai tentativi di bloccare il Ddl Zan contro l’omofobia.
Il discorso di Fedez:
Lo scontro tra Fedez e la Lega è immediatamente proseguito sui social. Matteo Salvini ha pubblicato un post in risposta: “Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole. E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. È già così, per fortuna. Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. È già così. Reinvito Fedez a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti”.
Ma anche la Rai ha preso posizione contro le parole del cantante: ”La direzione di Rai3 conferma di non aver mai chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al concerto del Primo Maggio – richiesta invece avanzata dalla società che organizza il concerto – e di non aver mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista”. In serata Fedez ha pubblicato su Twitter la telefonata che dimostrerebbe le pressioni ricevute, non integrale e opportunamente “tagliata” secondo la Rai:
La Rai smentisce la censura.
Ecco la telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad “adeguarmi ad un SISTEMA” dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi pic.twitter.com/gu14BxM3G6— Fedez (@Fedez) May 1, 2021
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Ma sentitelo….Salvini o è un grande ingenuo o un gran furgone. Io punto per la seconda.
Chiunque capisce che dare un ceffone ad una persona nell’ambito di una lite non è la stessa cosa che picchiare una persona perché è ebrea, di colore o omosessuale.
Chiunque comprende che in questi casi il delitto è molto più grave, sia perché i motivi sono più spregevoli, sia perché tali delitti incutono terrore in un’intera fascia della popolazione. Non sarebbe sufficiente l’applicazione dell’aggravante dei motivi abietti e futili, già prevista nel nostro codice penale, perché nel caso dei delitti d’odio non vi è solo una motivazione più riprovevole, ma vi è anche un diverso ed ulteriore bene giuridico tutelato. Entra dunque in discussione il diritto alla tranquillità, alla sicurezza, alla libertà di circolazione di una più ampia platea di soggetti e si giustifica pertanto una reazione rafforzata dello Stato.
Bel tentativo Matteo…nel frattempo preoccupati di coloro nel tuo partito ritengono normale bruciare nel forno un figlio se è gay.