Spaccate nei negozi di telefonia di Piemonte e Lombardia, le videocamere li incastrano
Emesse cinque misure cautelari in carcere. Le indagini sono iniziate nel 2019 dopo alcuni furti aggravati ai danni di negozi di telefonia e materiale fotografico
La Polizia di Stato di Verbano Cusio Ossola ha eseguito misure cautelari e un obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria nei confronti di un gruppo di persone, tutti di origine rumena, ma stabilmente dimoranti a Milano, che avevano commesso una serie di furti aggravati.
L’indagine dei poliziotti della Squadra Mobile, è partita ad aprile 2019 dopo alcuni furti seriali ai danni di negozi per la vendita di articoli di telefonia e di materiale fotografico.
Il gruppo di giovani, con inaudita violenza, sfondavano con mazze ferrate e palanchini i vetri delle porte di accesso agli esercizi commerciali, si introducevano all’interno delle aree di vendita e razziando in pochi minuti tutto ciò che era esposto o custodito. La sfrontatezza con la quale le gravi azioni delittuose venivano perpetrate è stata documentata dai frame delle telecamere a circuito chiuso, che hanno ripreso il particolare accanimento con cui gli autori agivano, incuranti dell’azionamento dei sistemi di allarme.
La complessa e articolata attività d’indagine ha condotto gli investigatori all’individuazione di un gruppo di soggetti, facenti parte di un unico sodalizio criminoso, stanziale nella confinante regione lombarda. Questi soggetti si sono dimostrati particolarmente attivi sull’asse delle autostrade Torino-Venezia e dei Laghi, compiendo a ripetizione una serie di fatti reato in varie località del Piemonte, della Lombardia e anche del Veneto.
Il gruppo, nel corso delle azioni criminali, ha tentato più volte la fuga, arrivando persino a lanciarsi sulla sede autostradale da vetture in corsa lasciate senza controllo.
Le attività d’indagine, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verbania, hanno permesso di chiedere e ottenere l’applicazione della misura cautelare nei confronti degli indagati maggiorenni.
Due destinatari delle misure non sono stati rintracciati e pertanto risultano ricercati mentre, tre soggetti sono risultati detenuti per altra causa e uno estradato in paese estero.
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