Accordata la messa alla prova per l’ex-direttrice della farmacia di Castellanza
Sospeso il procedimento penale per la ex-direttrice della farmacia San Giulio. Il gup ha accordato la messa alla prova e il risarcimento del danno nei confronti della municipalizzata
Si è concluso questa mattina un ramo del processo che ha riguardato la Castellanza Servizi e Patrimonio, società municipalizzata del Comune di Castellanza che gestisce alcuni servizi pubblici tra i quali una farmacia.
Proprio la parte riguardante l’ex-direttrice della farmacia accusata di aver indebitamente percepito una retribuzione per oltre 50 ore lavorative mai prestate (poiché assente all’estero o in altra provincia), si è arrivati oggi ad una decisione riguardo all’ipotesi di messa alla prova da parte dell’imputata. L’altro pezzo di procedimento si era invece concluso il primo grado di giudizio con l’assoluzione dal reato di peculato e la condanna per truffa ai danni dello stato per l’ex-direttore della Csp, Paolo Ramolini.
Il giudice per l’udienza preliminare Tiziana Landoni oggi ha ammesso l’imputata all’istituto della messa alla prova ed ha sospeso il processo per 12 mesi per poi verificarne l’esito all’udienza del 14 luglio 2022.
Alla precedente udienza dell’8 aprile, il giudice aveva fatto presente che per accedere all’istituto occorreva, per legge, un risarcimento (che il programma elaborato dall’UEPE non aveva previsto) ed ha rinviato all’udienza odierna per verificare la disponibilità a mettere a disposizione tale somma.
Così ha commentato la decisione Francesco Trotta, legale dell’ex-direttrice: «La mia cliente, stremata dalla vicenda giudiziaria che la vede coinvolta e dalla ritenuta strumentalizzazione mediatica a fini politici della stessa, ha da tempo preso la decisione di non affrontare il processo penale, ricorrendo all’istituto della messa alla prova. A tal fine, senza nulla riconoscere e per ottemperare a quanto richiesto dal codice per accedere all’istituto in parola, ha messo a disposizione di C.S.P. una somma simbolica ritenuta congrua dal Giudice e significativamente inferiore rispetto a quanto richiesto dall’azienda. Restano le circostanze, rispetto alle quali hanno già riferito diverse dipendenti di C.S.P., che la mia assistita ha svolto in favore dell’ex datore di lavoro numerose ore di straordinario mai retribuite e che in azienda esisteva da anni una prassi interna di recupero di tali ore tramite riposo».
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