Cherki Argoub sul ring del Road to Colosseum, una sfida per ripartire
L’atleta di Laveno Mombello, campione europeo nel 2015, sarà protagonista sabato 19 giugno a Biassono

Finito il lungo periodo di lockdown, che ha fermato anche molte attività agonistiche, riprendono anche gli spettacolari eventi delle arti marziali. Uno dei più attesi si svolgerà sabato 19 giugno al PalaRovagnati di Biassono (Monza), il “Road to Colosseum”. Si tratta di un evento internazionale, organizzato in Romania, che fa tappa in Italia.
Tra i protagonisti di serata ci sarà anche Cherki Argoub, di Laveno Mombello, che spiega come si è preparato a questo appuntamento: «Mi alleno a Milano e a Cocquio Trevisago, nel mio studio dove faccio il personal training, forma fisica e combattimento. Ho 21 match all’attivo, dei quali 16 vinti 4 persi e un no contest. Sono stato vice campione italiano nel 2012/2013 e campione europeo-75 kg nel 2015. Ma ancora non è niente perché praticamente non è mai partita la mia carriera. Si punta sempre in alto ma è difficile fare se non hai sponsor dietro in più qui a Varese siamo ancora indietro in questo sport».
«L’ultimo combattimento – spiega l’atleta lavenese – è stato a Natale prima del COVID-19 in Grecia. Da lì si è fermato un po’ tutto. Mi sto preparando da 2 mesi per il rientro e sono partito con 89 kg tra lockdown vari. Il 19 giugno combatterò al Road to Colosseum contro un atleta tedesco. Non so molto di lui ma mi preparerò per fare il mio match e dare spettacolo. Questo match di rientro mi serve per riprendere il ritmo e la confidenza con il ring. Punto a palcoscenici più importante nell’ambiente».
«Prepararsi nell’ultimo periodo non è stato facile – conclude Argoub -, per questo voglio mandare i più sentiti ringraziamenti al mio amico Sergio Faverio una persona fondamentale per il mio percorso di atleta e persona. Oltre a lui, il mio grazie va agli amici del team Chahidi e al mio sparring partner per questo match, Thomas Carducci e all’amico Simone Caristo che mi ha ospitato nella sua palestra a Buguggiate, The Fight Club. Non posso dimenticare inoltre il mio preparatore atletico Francesco Viola e grazie anche allo studio privato che ci ha permesso di fare la fase di preparazione visto che le palestre erano chiuse».
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