Gli ITS mantengono esiti occupazionali elevati nonostante la pandemia

La fotografia dell'andamento dei corsi di alta formazione post diploma è all'interno del rapporto di Indire, realizzato per il Ministero

Presentazione Its InCom

Pubblicato il monitoraggio nazionale 2021 dei percorsi ITS (Istituti Tecnici Superiori), realizzato da INDIRE su incarico del Ministero dell’Istruzione. Il monitoraggio analizza gli esiti occupazionali a dodici mesi dal diploma delle studentesse e degli studenti che hanno concluso i percorsi presso gli ITS fra il primo gennaio e il 31 dicembre 2019. La rilevazione si è concentrata sull’analisi dei 201 percorsi oggetto di monitoraggio perché terminati nel 2019, erogati da 83 Fondazioni ITS su 104 costituite al 31 dicembre 2019 con 5.097 studenti e 3.761 diplomati.

IL COMMENTO DEL MINISTRO

«A dieci anni dalla sua nascita, il sistema degli Istituti Tecnici Superiori continua a dimostrare la sua piena efficacia in termini di occupazione – dichiara il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi – Questi dati ci dicono, però, che possiamo fare di più ed è l’obiettivo della riforma alla quale stiamo lavorando e che presenteremo a breve. È il momento di uscire definitivamente dalla fase sperimentale e creare una rete nazionale in grado di valorizzare le specificità territoriali. Una rete che renda questa scelta più attrattiva per i giovani e per le loro famiglie. Gli ITS devono essere percepiti sempre di più come parte integrante del sistema nazionale di istruzione terziaria, con una loro autonomia e una loro più forte caratterizzazione nell’ambito dei cicli di studio.  Il loro rilancio, al centro anche del nostro Pnrr, è un punto qualificante della strategia del Paese per uscire da stagnazione e bassa crescita e innalzare i livelli di studio» ha concluso il Ministro.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE DI INDIRE

«Gli ITS propongono un’offerta strettamente integrata con il mondo economico e produttivo – ha dichiarato il Presidente di INDIRE, Giovanni Biondi -, valorizzando tanto il capitale umano quanto il sistema produttivo nazionale e dei territori. Come evidenzia anche il monitoraggio, gli ITS confermano, nonostante la pandemia, la forza sul piano dell’occupabilità, della formazione e dal punto di vista sociale. Ciò è possibile grazie a un modello dinamico caratterizzato da una flessibilità organizzativa e didattica, da una rete di governance costruita insieme alle imprese, dalla capacità di intercettare l’innovazione, in particolare sul fronte dell’uso delle tecnologie abilitanti proprie al piano Industria 4.0, dalla coerente ricerca sulle metodologie di apprendimento e di acquisizione di competenze per i nuovi lavori”.

COSA SONO GLI ITS

I percorsi in settori tecnologici d’avanguardia erogati dagli ITS hanno una durata biennale o triennale e fanno riferimento alle seguenti filiere: Mobilità sostenibile, Efficienza energetica, Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – turismo, Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, Nuove tecnologie della vita, Nuove tecnologie per il Made in Italy: sistema agro-alimentare, sistema meccanica, sistema moda, servizi alle imprese, sistema casa.

Ciascun diploma corrisponde a figure nazionali, a piani di studio definiti con le imprese e a competenze sviluppate nei luoghi di lavoro. Si collocano al V livello EQF (European Qualification Framework). Sono progettati sulla base di piani triennali predisposti dalle programmazioni regionali e assumono come riferimento le competenze delle specifiche figure nazionali riferite alle aree tecnologiche (Decreto 7 Febbraio 2013), la ricognizione dei fabbisogni formativi dei diversi territori rispetto alle specifiche filiere produttive e considerano le esigenze di innovazione scientifica, tecnologica e organizzativa delle imprese. Rispondono ad alcuni standard minimi: stage obbligatori almeno per il 30% della durata del monte ore complessivo, presenza di non meno del 50% di docenti che provengono dal mondo del lavoro, con una specifica esperienza professionale maturata nel settore per almeno cinque anni (D.P.C.M. 25 gennaio 2008).

Le performance occupazionali dei diplomati ITS a un anno dal diploma

L’80% dei diplomati ITS ha trovato lavoro a un anno dal diploma, il 92% degli occupati in un’area coerente con il percorso di studi. Il dato risulta particolarmente significativo perché riferito al 2020, anno di esplosione della crisi pandemica. Del 20% dei non occupati o in altra condizione: l’11,1% non ha trovato lavoro, il 4,1% si è iscritto ad un percorso universitario, il 2,7% è in tirocinio extracurricolare e il 2,4% è risultato irreperibile. I dati relativi al tasso di occupati a 12 mesi, per area tecnologica, evidenziano in generale un trend in crescita per Mobilità sostenibile (83%) e Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (82%). In generale per gli ambiti delle Nuove tecnologie per il Made in Italy si registra una lieve diminuzione rispetto all’anno precedente, nonostante i valori rimangano alti, è il caso dell’ambito del Sistema meccanica (88%) e del Sistema moda (82%) dove si ottengono i migliori risultati.

Le tipologie di contratto

Il 42,1% degli occupati ha trovato lavoro con contratto a tempo determinato o lavoro autonomo in regime agevolato; tipologia contrattuale più utilizzata in tutte le aree tecnologiche. Unica eccezione per le Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, area nella quale prevale l’apprendistato.

Gli studenti

Sono giovani in prevalenza maschi (il 72,6%) tra i 20 e 24 anni (il 42,4%) e 18-19 anni (il 38,0%), in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado ad indirizzo tecnico (il 59%). Costante e progressivo è anche l’incremento degli iscritti con diploma liceale (21%). Il 10,5 % degli iscritti risiede in una regione diversa rispetto alla sede del percorso. La percentuale degli iscritti fuori sede più significativa è per l’area tecnologica della Mobilità sostenibile (17,5%).

Una rete di governance ideata con le imprese

Il 44,6% dei 2.462 soggetti partner degli ITS con percorsi monitorati sono imprese e associazioni di imprese. Il 91% delle 4.043 sedi di stage sono imprese dove gli studenti sperimentano la digitalizzazione dei processi produttivi delle aziende. Nonostante la maggior parte delle imprese sedi di stage sia di piccole dimensioni (il 37,8% per la classe di addetti 1-9 e il 34,3% per la classe di addetti 10-49), i dati per area tecnologica evidenziano la prevalenza della classe di addetti 500 e oltre per le aree: Mobilità sostenibile (25,6%), Sistema meccanica (17,8%).

Flessibilità organizzativa e didattica

La rete dei docenti è rappresentata per il 71% da professionisti provenienti dal mondo del lavoro che svolgono il 71% delle ore di lezione previste nei percorsi. Il 41,3% delle ore del percorso è realizzato in stage mentre il 27% delle ore di teoria è realizzato in laboratori di impresa e di ricerca. La presenza di esperti provenienti dal mondo delle imprese garantisce il livello di “aggiornamento” delle attività che vengono proposte, degli stage e delle attività di laboratorio integrati nei percorsi formativi. In particolare, i laboratori (di proprietà dell’ITS 24,4% e in convenzione d’uso 75,6%) diventano il luogo dell’apprendimento, il cuore dell’attività formativa centrata sullo sviluppo di competenze.

La capacità di intercettare l’innovazione

Il 55% dei percorsi monitorati ha utilizzato le Tecnologie abilitanti 4.0, di questi l’84% ne utilizza più di una. Le tecnologie abilitanti maggiormente utilizzate sono la simulazione tra macchine interconnesse per ottimizzare i processi (Simulation 47,3%) e la gestione elevata di quantità di dati su sistemi aperti (Cloud 46,4%). Le Tecnologie abilitanti 4.0 si accreditano per la formazione di tecnici della conoscenza (knowledge worker). La progettazione degli ITS si rinnova creando contesti esperienziali nei quali gli studenti utilizzano le tecnologie esercitando anche le soft skills come la propria capacità di risolvere problemi.

PREMIALITÀ

I percorsi che accedono alla premialità sono 89 (il 44,3% del totale dei percorsi monitorati).

Il rapporto più alto tra percorsi premiati e percorsi monitorati spetta alle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione con il 53,8% e alle Nuove tecnologie per il Made in Italy con il 51,7% dei percorsi premiati sul totale dei percorsi monitorati (in particolare il Sistema meccanica con una percentuale di 78,9% di percorsi premiati).

Le regioni con percorsi che accedono alla premialità sono Veneto (18), Lombardia (17), Emilia-Romagna (10), Piemonte (9), Puglia (9), Liguria (3), Lazio (5), Friuli-Venezia Giulia (6), Umbria (3), Toscana (4), Campania (2), Sicilia (2) e Abruzzo (1). Nessun percorso accede alla premialità per Calabria, Marche, Molise, e Sardegna.

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Giugno 2021
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