Il Grappolo di Masnago e Il Cavedio rendono omaggio a Maniglio Botti
Presentazione del libro "Non sono canzonette", dedicato al giornalista recentemente scomparso. Mercoledì 9 giugno alle 15 nella cripta della chiesa di Masnago

Sarà nella sua Masnago la prima presentazione del libro “Non sono canzonette” (edizioni il Cavedio) e Maniglio Botti, giornalista della “Prealpina” scomparso un anno fa, ne sarebbe certamente felice. Il libro è una raccolta di racconti di quattordici autori della scuola di scrittura del Cavedio che si sono liberamente ispirati a canzoni e cantanti, molti dei quali amati anche dal giornalista che ogni anno compilava una sua speciale classifica.
La presentazione, organizzata dall’associazione il Grappolo, si terrà mercoledì alle 15 nella cripta della Chiesa di Masnago e sarà a cura di Fiorenzo Croci, il “Florens” come soleva chiamarlo l’amico fraterno Maniglio Botti.
«Parlare di Maniglio significa parlare di una vera presenza della nostra comunità – dice Annamaria Broggini presidente dell’associazione il Grappolo -. Ha sempre collaborato con noi perché era uno di noi, nato e cresciuto a Masnago. La sua morte ha addolorato tutti e lasciato un grande vuoto».
L’associazione, che si ritrova ogni mercoledì, voleva già ricordarlo a settembre dello scorso anno, ma a causa della pandemia non fu possibile. Quello dedicato a Maniglio è dunque il primo incontro di questa ripresa primaverile dell’associazione. «È una circostanza che ci rende felici – continua la presidente del Grappolo – Non c’era motivo più stimolante di questo libro, che parla di canzoni, per ricordarlo. Maniglio era una persona lieve, nel senso più bello di questa parola: lieve nei sentimenti, nel modo di pensare e nell’approcciare le persone. Tutte le mattine con il suo passo costante e leggero da casa sua veniva su a prendere il giornale e poi entrava in chiesa a fare un saluto. Per Masnago era una presenza molto importante per l’umanità e professionalità che metteva sempre a disposizione degli altri. Una persona che la morte ha portato via troppo presto».
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