Metamorfosi urbana: quando in via Medaglie d’Oro c’era la chiesa dell’Annunciata e Villa Dandolo

La ventesima tappa della rubrica di Fausto Bonoldi si sposta in via Medaglie d'Oro, dove di una chiesa e una famosa villa resta solo un dipinto: "L'ultima cena" del Magatti

Metamorfosi urbana: Annunciata e Villa Dandolo, rimangono gli “avanzi” dell’Ultima Cena del Magatti

Ogni lunedì, con una passeggiata virtuale, la rubrica “Metamorfosi urbana” vi racconta le trasformazioni che ha subito Varese negli ultimi cento anni, da quando cioè è diventata capoluogo di provincia. A firmarla è Fausto Bonoldi, storica firma del giornalismo varesino che su questo argomento, che tratta da anni nel gruppo Facebook La Varese Nascosta,  ha scritto anche un libro, edito da Macchione, dal titolo “Cara Varese come sei cambiata

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Metamorfosi urbana, ventesima puntata: Annunciata e Villa Dandolo,
rimangono gli “avanzi” dell’Ultima Cena del Magatti

Nel 1468, nell’area allora verde compresa tra le attuali vie Magenta, Medaglie d’Oro e Piave, il francescano bostese, poi beato, Cristoforo Piccinelli, insieme con il superiore Antonio da Vercelli, fondò il convento dei Frati minori osservanti, che in seguito passarono la mano ai Padri zoccolanti riformati.

Del complesso dell’Annunciata faceva parte una sontuosa chiesa, decorata dagli affreschi di Pietro Antonio Magatti, Giovanni Battista Ronchelli e Camillo Procaccini, e di particolare pregio era la biblioteca, ricca di testi antichi e rari.

Il convento fu soppresso nel 1810 in forza dell’Editto di Compiégne, con cui Napoleone inferse un duro colpo al patrimonio ecclesiastico, e della confisca approfittò Vincenzo Dandolo il quale, acquisita la proprietà dell’Annunciata la trasformò in villa, fece demolire la chiesa e sfruttò l’ampio parco circostante, in cui si trovava anche un cimitero, per impiantarvi coltivazioni sperimentali e dedicate all’insegnamento dell’agricoltura e allo sviluppo della bachicoltura.

Metamorfosi urbana: Annunciata e Villa Dandolo, rimangono gli “avanzi” dell’Ultima Cena del Magatti

Il complesso così trasformato fu ereditato dal figlio del conte agronomo, Tullio, il quale lo vendette nel 1886. La villa divenne la sede di un Collegio e verso la fine degli Anni Trenta del Novecento, ristrutturata, fu divisa in appartamenti.

Nella vasta area ancora abbastanza verde al tempo, gli inizi del Novecento, in cui furono scattate le prime foto, è poi cresciuta una foresta di cemento. Della villa Dandolo è rimasta solo un’esigua parte, di recente ristrutturata, che però conserva al suo interno ambienti che hanno le caratteristiche dell’architettura del XV secolo.

E mentre i preziosi volumi della biblioteca sono andati dispersi, nel 2016 l’ultima ristrutturazione ha riportato alla luce, in quello che era il refettorio dei frati, un’Ultima Cena dipinta dal Magatti nel 1725 attualmente sottoposta a lavori di restauro curati dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della Lombardia occidentale.

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Pubblicato il 28 Giugno 2021
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